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L’atmosfera di Giove ora non sarà più un mistero grazie alle ultime scoperte

Grazie alla sonda della NASA, adesso siamo al corrente di molte più informazioni su Giove e su come funzioni la sua atmosfera.

La NASA è sempre tra le prime agenzie spaziale a scoprire informazioni interessanti sui pianeti – MeteoWeek.com

La sonda Juno, appartenente alla NASA, è da diverso tempo che si sta occupando di raccogliere dati su Giove, il pianeta gassoso. Ma è proprio in questo periodo che è riuscita ad ottenere delle novità interessanti al riguardo.

In particolar modo sulla sua atmosfera e sui processi che causano fenomeni come la Grande Macchia Rossa. Infatti, questa missione, aveva lo scopo principale di svelare alcuni misteri che giravano attorno a Giove, e pare che adesso siano stati finalmente risolti.

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Questo studio è stato pubblicato su Science and the Journal of Geophysical Research: Planets, e con i dati raccolti in cinque anni e in 37 flyby del pianeta, sono riusciti a ricostruire una mappa tridimensionale degli strati dell’atmosfera di Giove.

Le info scoperte

La sonda Juno – MeteoWeek.com

Per poter entrare in possesso di queste informazioni hanno utilizzato il radiometro a microonde di Juno, con il quale è stato possibile superare la fitta coltre di nubi superficiale. Così facendo hanno potuto studiare meglio la Grande Macchia Rossa, nonché un vortice di colore rosso che stanzia sul pianeta da 200 anni. Tra le novità scoperte sappiamo che i cicloni sono più caldi nelle zone superiori e freddi in quelle inferiori, mentre la densità dell’atmosfera è minore in alto e superiore in basso. Gli anticicloni, invece, si manifestano nei territori opposti rispetto all’ordine in cui li abbiamo presentati poc’anzi.

Le tempeste gioviane, proseguendo, hanno un’altitudine che arriva almeno a 100 km, e le altre, come la Grande Macchia Rossa ad esempio, superano i 350 km o addirittura i 500 km. Chiaramente si tratta di una scoperta assurda dal momento che i ricercatori non si aspettavano di trovare delle profondità così elevate. Comunque sia, una volta superati gli strati, l’acqua è condensa e si formano le nuvole, esattamente dove la luce solare non riesce a riscaldare l’atmosfera.

Un’altra caratteristica interessante di Giove, e che è visibile pure nell’osservazione ottica, è la presenza di fasce di diverse colorazioni. Pare che avvengano per via di alcuni venti che si muovono orizzontalmente e che separano i vari segmenti arrivando a profondità di 3.200 km.

Le correnti, inoltre, tendono a svilupparsi per via dei gas di ammoniaca presenti nell’atmosfera poiché si spostano verticalmente allineati alle correnti. Parallelamente a questo è anche quello che succede sulla Terra con i fenomeni chiamati cellule di Ferrel.

E se sul nostro pianeta ce ne sono una per emisfero, su Giove, invece, ne troviamo ben otto e 30 volte più grandi di come le conosciamo. In seguito, vediamo che ci sono pure delle zone di transizione a 65 km di profondità e al di sotto delle nuvole d’acqua, mentre le strutture pare che siano simili a quelle degli oceani.

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In aggiunta, osservando i poli con lo strumento JIRAM sappiamo che le tempeste polari sono persistenti e quasi non mutano per niente con il tempo, probabilmente perché i cicloni li mantengono in uno stato di equilibrio. Concludendo, siamo anche al corrente del fatto che, i cicloni, abbiano la tendenza a spostarsi verso i poli di Giove, ma se alcuni sono già presenti in quelle aree vengono respinti subito.

Sebastiano Spinelli

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Sebastiano Spinelli

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