Apple pronto a fare 13. Tredici come l’iPhone prossimi a essere messi sul mercato, certamente in autunno, molto probabilmente proprio a settembre, nonostante sulla data non c’è ancora una certezza. Tredici come la fortuna, che aiuta gli audaci.
Il colosso di Cupertino ha in mente una antenna satellitare per la nuova gamma di iPhone, 13 appunto, che grazie alla connessione LEO possa prendere ovunque, anche quando non c’è campo: la chiamata con un altro iPhone non sarà un problema. Tutto merito di un chip Qualcomm personalizzato. Già, il problema chip sta sparigliando le carte a molti colossi della telefonia, Samsung soprattutto. Apple, invece, sta limitando i danni sulla complessa distribuzione di chip, causa pandemia da Coronavirus.
Apple sulla scia di Elon Musk: satelliti LEO, una crescita esponenziale
I satelliti LEO sono conosciuti per essere la spina dorsale del servizio internet Starlink di Elon Musk, che si basa su centinaia di ripetitori per far rimbalzare il segnale verso ricevitori casalinghi, come una costellazione di router, di fondamentale importanza soprattutto in quelle zone dove le connessioni terrestri scarseggiano, o non sono proprio servite. A trainare il successo delle reti LEO sono la nuova maturità tecnologica raggiunta nel settore spaziale/elettronico, il 5G e la corsa spaziale, avviata, a suon di decine di miliardi di investimenti privati, da Blue Origin del fondatore di Amazon, Jeff Bezos, e Space X di Elon Musk. Lo dicono i numeri.
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Negli ultimi anni, infatti, le infrastrutture per comunicazioni satellitari, compresi i satelliti Low earth orbit (da cui l’acronimo LEO), hanno registrato una crescita esponenziale, sostenuta da diversi fattori: La riduzione enorme del costo del lancio dei satelliti (sceso da 10 mln di dollari a circa uno e mezzo), lo sviluppo tecnologico dei satelliti (ora dal peso molto inferiore rispetto al passato), l’introduzione di nuove tecnologie (per esempio le free space optical) che permettono di stabilire collegamenti ottici tra satelliti ad altissima velocità, senza dimenticare lo sviluppo di chipset specifici a basso consumo. Apple vuole cavalcare proprio questa onda per i suoi iPhone 13. In tal senso, la statunitense Globalstar, che gestisce una costellazione di satelliti a orbita terrestre bassa per telefonia satellitare e comunicazioni di dati a bassa velocità, ha annunciato il supporto ai nuovi chip di Qualcomm X65, per la tecnologia di banda n53. E’ lo Snapdragon X65 che potrà ricevere e inviare segnali dai satelliti di Globalstar, insieme alle normali reti cellulari e wi-fi. E’ lo Snapdragon X65 che dovrebbe essere montato proprio sui nuovi iPhone 13.
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Sulla scia di quanto accaduto per gli iPhone 12, gli iPhone 13 a breve immessi sul mercato dovrebbero essere quattro: oltre la versione standard, il mini (che nel 12 non ha avuto molto successo), Pro e Pro Max. La differenza starebbe solo nel comparto fotografico e nel sensore LiDAR, nei casi specifici dei Pro. Che dovrebbero adottare anche un obiettivo sensor-shift stabilizzato per il grandangolo e l’ultra grandangolo. Chipset più potenti per tutti (si parla dell’A15 Bionic), con il il 5G mm Wave. Quasi certo il notch più piccolo, display con la funzionalità “always-on”, ossia la possibilità di vedere alcune informazioni anche quando lo schermo è disattivato. Batteria con ricarica wireless con una alimentazione fino a 25W. E quell’antenna satellitare che fa tutta la differenza di questo mondo.