Se il giudice approvasse l’accordo, tra Apple e i piccoli sviluppatori potrebbe significare la fine di una lunga e tortuosa diatriba giudiziaria.
L’App Store sta cambiando, in meglio, continuamente . L’ omonimo negozio virtuale plurimiliardario, e ormai famosissimo, di Apple è in procinto di stravolgere le proprie regole nel rispetto dei piccoli sviluppatori di applicazioni e giochi, al loro discreto servizio, che avevano chiesto più flessibilità sulla politica dei prezzi e sulla comunicazione con gli utenti, riguardo alle applicazioni installate
La mancata sensibilità nei loro confronti da parte del Colosso di Cupertino ha portato alla nascita di una class action, ossia un gruppo che muove l’accusa ad Apple di praticare commissioni troppo alte e di violare le normative antitrust.
Ma finalmente sembra che si sia giunti ad un compromesso. L’azienda e gli sviluppatori sono giunti ad un accordo che potrebbe ridare maggiore libertà alle piccole aziende, alle startup e agli sviluppatori indipendenti che realizzano e distribuiscono software per tutti i dispositivi Apple.
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La libertà consiste nella scelta del prezzo da applicare ai clienti per app, abbonamenti e acquisti all’interno delle app e di poter condividere opzioni di acquisto con gli utenti al di fuori dell’app su iOS.
L’accordo è attualmente in attesa di approvazione da parte della corte giudiziaria, già impegnata tra l’altro nella causa Fortnite, la controversia tra Epic Games e Apple stessa.
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Apple si impegna inoltre a prestare aiuto agli sviluppatori fornendo istruzioni più chiare e quindi creando un report annuale sulla trasparenza in cui verranno messe a disposizione, per tutto il mondo, statistiche sul processo di revisione tra cui il numero delle app rimosse dallo store, il numero di app rifiutate, il numero di clienti o sviluppatori “bannati”.
E’ previsto anche il lancio di un fondo per aiutare le piccole aziende americane ad accelerare il processo di ripresa dopo la pandemia.
Infine, Apple ci tiene a sottolineare che la querela giudiziaria riguarda solo i piccoli sviluppatori che costituiscono la maggioranza, ma le cui app a pagamento costituiscono solo il 15% di tutte le app, mentre il restante 85% è gratuito e gli sviluppatori non pagano commissioni.
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