Un’indagine di Facile.it ha rivelato che il 29% degli utenti cambia operatore dopo disservizi o fasi di down della connessione. L’effetto è accentuato dall’aumento dello smart working e DAD durante la pandemia da COVID-19
Seppur negli ultimi anni il nostro Paese sia riuscito ad estendere la possibilità di connessione ad Internet a molte più persone, il problema della connettività in tutta Italia resta vivo e piuttosto complicato. Sono ancora molte le famiglie senza un accesso stabile e affidabile ad Internet, e questo problema nel 2021 rappresenta un limite enorme a ciò che si può fare da casa.
Se si pensa, oltretutto, che questo è stato accentuato dalla pandemia da COVID-19, durante la quale le nostre abitudini sono state trasposte dentro casa, emerge da subito un quadro ancora più difficile. La progressiva conversione del lavoro in smart working e della didattica in presenza a quella a distanza ha reso necessaria per tutti la più ampia stabilità di connessione ad Internet.
Da un’indagine di Facile.it emerge chiaramente come i cittadini italiani abbiano affrontato con difficoltà il problema.
L’indagine condotta da Facile.it ha permesso di comprendere come i disservizi, le fasi di down della connessione e altre problematiche abbiano indotto una moltitudine di utenti a cambiare operatore nel corso del 2020. L’indagine evidenzia come, nei 7 giorni successivi ad un disservizio, blocco/down della rete o problematica simile, la percentuale di abbandoni e cambio operatore sia aumentato al 29%: una sorta di passaggio dettato da errori “imperdonabili”.
Lodovico Agnoli, responsabile new business di Facile.it, si è così espresso in merito alla rilevazione: “Oggi, soprattutto dopo il primo lockdown, il numero di italiani che lavorano o studiano da casa tramite collegamento Adsl e servendosi del telefono cellulare è altissimo. Non potersi collegare ad internet o chiamare vuol dire per molti non poter lavorare o partecipare alle lezioni scolastiche; ecco perché la tolleranza dei clienti verso disservizi prolungati sulla linea telefonica è estremamente bassa e anche un solo inciampo spinge a cercare soluzioni alternative, quantomeno per la telefonia mobile”.
A questi dati si aggiunge che il 35% degli utenti si mette a cercare una nuova promozione, o proposta di altro operatore dopo disservizi di questo tipo. L’indagine è stata svolta su un campione di 35.000 richieste di nuove sim sul celebre portale aggregatore di offerte.
A rendere ogni disservizio e blackout della rete ancora più grave ci pensano le statistiche sul numero di ore perse e sull’impatto di queste. Ecco la nota pubblicata sul sito: “L’indagine di Facile.it porta sotto i riflettori anche un’altra questione: qual è il costo delle ore di lavoro perse in caso di down delle linee telefoniche? Considerando il salario orario medio netto di un dipendente italiano (circa 12 euro) ogni ora di down può trasformarsi in un potenziale danno economico pari a decine di milioni di euro“.
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In ogni caso, è bene ricordare che è possibile richiedere un indennizzo per problematiche causate da disservizi o blackout della rete: appellandosi all’allegato A alla delibera Agcom n. 347/18/CONS, si può presentare reclamo – tramite i canali ufficiali – al proprio gestore telefonico per motivi tecnici imputati ad esso, e si possono ricevere 6 euro al giorno in caso di completa interruzione, mentre 3 euro se si tratta di irregolarità o discontinuità.
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