A seguito di diverse pressioni legate alla nuova sensibilità sull’LCA ecco che anche Apple si allinea alla politica della riparazione autonoma dei propri dispositivi
Se anche il gigante di Cupertino ha deciso di adottare una nuova politica in termini di riparazione dei propri dispositivi, è sintomo che i tempi stanno veramente cambiando. La Apple infatti ha annunciato la possibilità di eseguire delle operazioni sui propri dispositivi che permettano di risolvere in maniera autonoma delle problematiche di ordinaria amministrazione.
La gestione delle componenti da sostituire verrà veicolata tramite un portale creato ad hoc. Il Apple Self Service Repair Online Store permetterà all’utente di ordinare le parti danneggiate da sostiuire. Il reso delle vecchie componenti, potrebbe poi restituire al cliente un vantaggio sull’acquisto sotto forma di credito.
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A partire dal 2022, anche se solo negli Stati Uniti, sarà dunque possibile acquistare i componenti dei dispositivi e procedere alla sostituzione di quelli danneggiati in totale autonomia. I primi apparecchi ad essere coinvolti, in quella che si presenta come una rivoluzione del comparto, saranno gli ultimi modelli di iPhone, la versione 12 e la 13. Successivamente potranno accedere a questo tipo di gestione anche i Mac con chip M1.
Il programma Self Service Repair
Il Self Service Repair è un ottimo esempio di economia circolare. Alla quale finalmente anche la società di Big Tech si è allineata, combattendo un concetto vetusto di tecnologia usa e getta.
L’azienda però si attiva in una doverosa specifica. La riparazione di dispositivi Apple non può essere eseguita da mani poco esperte. Ciò da un lato lascia intendere la volontà di aprirsi ad un mercato di tecnici indipendenti. Ma allo stesso tempo è un memento che ricorda ai clienti l’importanza di affidare gli apparecchi ad esperti. Meglio se della casa madre.
Ecco come le parole di Jeff Williams, Chief Operating Officer di Apple sotto la guida del CEO Tim Cook, pronunciate nel 2019 hanno tutta un’altra chiave di lettura. Qualche anno fa infatti si puntava maggiormente ad un sistema blindato. Oggi invece il vento è cambiato, e le spinte sociali ed economiche hanno condotto la società ad applicare in maniera più concreta il diritto alla riparazione.
Questo in sostanza apre anche al mercato della competitività. Non solo nello scegliere a chi rivolgersi. Ma sopratutto nel concedere la possibilità di usufruire di servizi più convenienti.
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Apple dunque si allinea anche alle istanze normative, sancite sia in Europa che in territorio statunitense. Infatti, di recente anche qui, tramite l’entra in vigore di una indicazione sottoscritta da Biden ed indirizzata alla Federal Trade Commission, il tema del riuso e della riparazione ha avuto un risalto maggiore.
E se oggi si parla solo di una forte ” raccomandazione”, in termini ancora blandi, per determinati tipi di categoria non è detto che a breve l’impegno diventi un dovere che le aziende devono sostenere in maniera pedissequa.