Legge Europea sul diritto alla riparazione: cos’è cambiato?

L’UE tenta di contrastare i bassi standard della programmazione obbligando i costruttori di elettronica a rendere disponibili parti di ricambio per più tempo.

Legge Europea per il diritto alla riparazione – MeteoWeek.com

È entrata in vigore nei Paesi dell’Unione Europea il “Right to Repair“, ovvero la legge sul diritto di riparazione.

Stando a quanto previsto dall’Europa, i costruttori devono realizzare prodotti di elettronica rispettando il principio della durevolezza e allo stesso tempo devono mettere a disposizione le istruzioni per la riparazione e i pezzi di ricambio.

La rottura o il guasto di un prodotto non può necessariamente comportare la sua sostituzione. L’iniziativa punta a ridurre l’impatto ambientale e a contenere l’obsolescenza programmata.

La legge, approvata durante lo scorso mese di novembre, punta a ridurre in maniera sostanziale la produzione di rifiuti Raee, ovvero tutti quei dispositivi che appartengono alla categoria dei grandi e piccoli elettrodomestici, computer, robot da cucina, aspirapolvere,  smartphone ed altri apparecchi elettrici, la cui crescita è aumentata in maniera esponenziale negli ultimi anni, grazie all’andamento della tecnologia in tutti i campi.

Attualmente, meno del 40% dei rifiuti Raee viene riciclata, finendo per accumularsi inesorabilmente tra gli scarti di tipo indifferenziato e andando a scontrarsi con le scelte attuate in fatto di sostenibilità ambientale ed economia circolare sempre più presenti nel panorama europeo, come il cosiddetto “EU Circular Economy Action Plan“.

L’Europa è uno dei mercati più grandi al mondo, il che significa che le nuove linee guida di progettazione dell’Unione europea e il diritto alla riparazione potrebbero costringere i costruttori di tutto il mondo a realizzare prodotti più durevoli.

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Che cos’è il diritto alla riparazione?

Cos’è il diritto alla riparazione – MeteoWeek.com

Stando a quanto previsto dall’Europa con il Regolamento 341 del 2021, i costruttori devono realizzare prodotto di elettronica rispettando il principio della durevolezza e allo stesso tempo devono mettere a disposizione le istruzioni per la riparazione e i pezzi di ricambio.

La rottura o il guasto di un prodotto non possono necessariamente comportare la sua sostituzione. L’iniziativa punta a ridurre l’impatto ambientale e a contenere l’obsolescenza programmata.

In poche parole, se un prodotto risulta difettoso, il consumatore può richiedere entro due anni la riparazione o la sostituzione senza spese.

Nel caso di mancato seguito scatta il diritto al rimborso parziale o la risoluzione del contratto con la restituzione totale del prezzo in base alle condizioni del prodotto.

Entra in vigore il primo regolamento sulla progettazione ecocompatibile che definisce gli standard per la riparazione e la vita utile.

I produttori di lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi e monitor devono garantire che i componenti siano sostituibili con strumenti comuni.

Cosa prevede la normativa

La normativa europea prevede l’obbligo di rendere disponibili la parti di ricambio essenziali (come motori e spazzole motore, pompe, ammortizzatori e molle, tamburi di lavaggio, ecc.) di un determinato apparecchio per almeno 7-10 anni dall’immissione sul mercato.

Questo diritto è indirizzato nei confronti di produttori o importatori e riguarda i riparatori professionisti così come i privati, per i quali sono riservate tipologie di ricambi che possono essere sostituite senza l’aiuto di un professionista, che intendono riparare autonomamente i propri dispositivi.

Pensiamo ad Apple che ha lanciato un programma di riparazione con cui le aziende possono ottenere parti, strumenti, formazione, guide di assistenza, diagnostica e risorse per eseguire una serie di riparazioni fuori garanzia.

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L’inquinamento causato dai continui ricambi

Inquinamento dei ricambi – MeteoWeek.com

Il concetto chiave di cosa si vuole evitare è quello di obsolescenza programmata che può essere ottenuta limitando la capacità di un prodotto di resistere alla normale usura, introducendo un modello sostitutivo di gran lunga superiore, progettando intenzionalmente un prodotto affinché cessi di funzionare correttamente entro un determinato periodo di tempo.

L’obsolescenza programmata funziona contro la sostenibilità.

Come quando il tecnico della tv se ne esce con la frase “li fanno apposta per morire presto”. Stesso principio.

Ogni volta che un prodotto di consumo viene gettato nella spazzatura o scaricato in una discarica, danneggia il nostro ambiente a lungo termine.

Ogni volta che un prodotto obsoleto deve essere sostituito, le materie prime devono essere reperite. Pneumatici per automobili e telefoni cellulari sono esempi perfetti di obsolescenza programmata che lavora contro il nostro ambiente.