Carte Contactless e truffe, ecco cosa le lega

Il mercato dei pagamenti contactless, complice la pandemia, sta raggiungendo dei picchi mai visti portando con se il rifiorire delle truffe

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L’ultima frontiera delle truffe ai conti che si appoggiano a carte di tipo contacless consiste nello sfruttare la tecnologia RFID o NCF  – MeteoWeek.com

Il pagamento con carta, in modalità contactless, ha decisamente conquistato l’utente medio. Ce lo racconta in una ricerca di mercato la stessa Mastercard, che segnala come nel 2020 un numero pari all’80% dei cittadini italiani abbiano preferito utilizzare questo sistema per i proprio acquisti.

Complice la pandemia, e il terrore riferito alla presenza di virus e batteri sulle superfici, l’utente ha virato le proprie abitudini, ed oggi queste sono diventate un trend consolidato. D’altronde effettuare un pagamento senza dover inserire la propria carta all’interno di un lettore POS ha decisamente dei grandi vantaggi. Ed il sistema che ci permette di eseguire tale semplice operazione è legato alla tecnologia Radio Frequency IDentification (RFID).

Questa metodologia, sviluppata in ambienti militari, ha poi visto un’ampia diffusione già a partire d’ultimo decennio dello scorso millennio, toccando molti campi di applicazione, dai badge dei tornelli d’accesso, all’antitaccheggio nei negozi.

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Fino ad arrivare alla Near Field Communication (NFC), il sistema che consente hai nostri smartphone di effettuare pagamenti, proprio basandosi sulla RFID. Ma cosa succede quando la nuova frontiera della criminalità fa propri i meccanismi che sottendono a questa tecnologia? La truffa, inevitabilmente, è dietro l’angolo.

Cosa c’è di vero e pericoloso nella truffa alle carte abilitate al pagamento contactless

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Affinché i criminali aggancino le nostre carte dovrebbero avere degli apparecchi a pochi centimetri dai nostri portafogli – MeteoWeek.com

Per effettuare un semplice pagamento RFID molto spesso, con soglie fino a 50€, non è necessario inserire il pin. Questo comporta che se un criminale, si dovesse avvicinare alla tasca della malcapitata vittima con un lettore POS portatile, potrebbe effettuare diverse transazioni senza che nessuno se ne possa accorgere, se non a conti fatti.

E’ dunque necessaria una condizione di vicinanza tipica dei luoghi affollati, anche se in piccola parte, la pandemia globale ha giocato un ruolo chiave di deterrente a queste situazioni di prossimità. Ma ciò non toglie che sia possibile, avvicinandosi a pochi centimetri dal portafoglio dell’incauto utente, che venga effettuto un prelievo coatto sul suo conto. La tecnologia offre poi un facile escamotage all’uso del POS portatile. Basta infatti avvalersi di uno smartphone con NFC ed il gioco è fatto.

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Come tutelarsi quindi da situazioni di questo tipo? In realtà le soluzioni sono molto semplici. Si parte dal fai-da-te che consiste, praticamente a costo zero, nell’inserire degli inserti in alluminino tra le tasche del portafoglio. Fino all’acquisto di un prodotto specifico tra la vasta scelta di prodotto disponibili sul mercato che intercettano la tecnologia RFID impedendone il funzionamento.

Qualunque sia la nostra necessità è importante tuttavia tenere in considerazione i rischi correlati, ed essere ben consapevoli di come determinati strumenti funzionino onde evitare spiacevoli sorprese.