Sembra che il nostro paese si stia preparando per portare i cittadini direttamente sullo spazio, e nell’esatto modo con cui è stato fatto nel resto del mondo di recente.
Dopo i lanci di Blue Origin di Jeff Bezos e di SpaceX di Elon Musk, incredibile ma vero arriva il turno dell’Italia per un turismo a tutto spiano oltre la superficie della Terra. Era davvero da molto tempo che non vedevamo l’ora di sentire una notizia così sconvolgente.
L’Agenzia Spaziale Italiana, difatti, si è già mossa da ben tre anni per poter organizzare dei viaggi turistici sullo spazio stringendo accordi anche con la Virgin Galactic di Richard Branson che, l’11 luglio, è diventato il primo turista spaziale della storia.
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Il lancio sarà programmato presso il futuro spazioporto di Grottaglie, in Puglia. Tuttavia non c’è né un chek-in e tanto meno una lista passeggeri dal momento che nessuno ha prenotato un posto o ha comprato un biglietto.
I problemi al riguardo
Ma non è così facile come sembra. Non a caso vi sono numerose parti burocratiche da superare e anche diverse faccende da sistemare, come la questione del lancio, dello spazioporto e persino del cibo sulla navetta marziana. Abbiamo modo di capire meglio la questione con le parole di David Avino, l’Amministratore Delegato di Argotec, che ci informa meglio al riguardo dicendo: “In Italia abbiamo tutta la filiera completa per pensare ad una ‘vacanza spaziale’: abbiamo sistemi per il confort, tecnologie spaziali avanzate, moduli per la permanenza in orbita. Non dovremmo però fermarci a pensare ad un volo suborbitale di pochi minuti: dovremmo pensare ad una ‘vacanza turistica spaziale’ anche di qualche giorno“.
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Il suo discorso prosegue, continuando a parlare dell’argomento e anche della situazione nel nostro paese: “Sono molto pubblicizzati i viaggi turistici spaziali suborbitali ma sono voli che durano pochi minuti fra andare e tornare a Terra. Sono molto belli, fanno vedere dall’alto il nostro pianeta, sono emozionanti ma finisce qui. Quello che invece si sta progettando di fare è costruire, nell’immediato futuro, colonie fuori dalla Terra – cominciando dalla Luna – e questo lo vedo come una delle opzioni dei prossimi 10 anni. Hotel spaziali per turisti in orbita su stazioni abitate private, residenze spaziali’ per gli explorer del futuro, uomini e donne che, oltre agli astronauti professionisti, abiteranno lo spazio e saranno i ‘workers del mining’, delle miniere nello spazio, come gli ingegneri ed i tecnici delle piattaforme petrolifere terrestri. Tutte queste persone avranno bisogno di vivere nello spazio in modo confortevole. E questo avrà enormi ricadute: dalla costruzione di ambienti spaziali dove vivere, un tema su cui ci stiamo già muovendo, a fare cooking nello spazio a sistemi per lavarsi in microgravità dove è impossibile farsi una doccia come sulla Terra“.