Il prolungato down delle app di Zuckerberg continua a portare strascichi nonostante sia stato effettuato il loro ripristino
Non si placa il chiacchiericcio legato al down che nei giorni scorsi ha mandato in tilt Whatsapp, Facebook e Instagram. L’impossibilità di utilizzare le piattaforme social ha avuto conseguenze impreviste, non soltanto per quanto riguarda il disservizio e la soddisfazione degli utenti.
Secondo le stime il down avrebbe impattato pesantemente il business delle aziende che affidano le loro operazioni ad un sistema di comunicazione che di routine passa attraverso le piattaforme social. Il danno quantificato sarebbe da indicare in circa 6 miliardi di dollari.
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Una situazione che ha richiesto l’intervento delle squadre di tecnici che hanno dovuto ripristinare il servizio e rimedite alla problematica intercorsa. Tuttavia non ha potuto risparmiare l’azienda dalla feroce ironia degli utenti delle piattaforme competitor.
Sono il popolo dei social a prendere in giro l’app numero uno di messaggistica, arrivando a proporre di cancellarla e a suggerire di passare al più presto a canali più affidabili.
Quello che sappiamo sul down dei sistemi e sulle sue cause
D’altronde quanto accaduto rappresenta la criticità più significativa degli ultimi anni, visto che l’ultimo episodio analogo si registra nel lontano 2009. A spiegare quanto successo sono state le parole di Santosh Janardhan, vice presidente di Facebook. Secondo quest’ultimo sarebbe il down sarebbe da imputare ad una modifica delle specifiche sui router che avrebbe causato un effetto a cascata andato a paralizzare lo scambio delle comunicazioni tra i sistemi.
Solo l’intervento di un pool di tecnici ha permesso di ripristinare il servizio, ma sia la dinamiche che le tempistiche non hanno giocato a favore dell’azienda di Zuckerberg. È attraverso le sue parole che arrivano le più sentite scuse agli utenti. Per lo più una consapevolezza di quanto alcuni dei servizi forniti siano diventati essenziali per persone ed società. Tuttavia nulla di più si fa trapelare, se non il fatto che si trattasse di un errore umano. Resta da capire quale sia la matrice dell’incidente, se una banale disattenzione o un tentativo preciso di sabotaggio.
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Un panorama fatto di nubi all’orizzonte quindi per l’azienda di Menlo Park, al centro della bufera già per le questioni legali che l’hanno vista trascinata sui banchi di tribunale. A causare questa situazione è stata l’inchiesta aperta dal Wall Street Jornal nella quale sono state fedelmente riportate le accuse di Frances Haugen, ex dipendente della società.
In attesa che questa matassa ingarbugliata si dipani bisognerà solo attendere e aspettare una risposta più positività da parte degli utenti, che potrebbero decidere di mantenere i propri account, senza abbandonare le app delle quali sono abituati a servirsi, ma allo stesso tempo potremmo aspettarci anche una diversificazione nelle loro scelte.