Iss è quasi arrivata al termine della sua missione e si volge ad abbracciare il cambiamento. Una conversione che porterà la stazione spaziale a trasformarsi da hub di ricerca legato alla collaborazione tra le agenzie spaziali a piattaforma commerciale per privati
L’ISS si accinge a festeggiare il suo ventunesimo “compleanno” il 2 novembre. E in concomitanza con il suo de orbita non smette di dire la sua. Non andrà in pensione, diversamente da quelli che sono state considerate le previsioni dei suoi valori massimi di permanenza nello spazio.
Non si concluderà la sua vita funzionale nel 2024 in contrasto rispetto a quanto pianificato come termine della missione e come confermano i canali ufficiali si stanno aprendo per lei diverse opportunità molto concrete che indicano tutte una componente di interessi privati di natura commerciale. Lo scenario che indicava lo smantellamento non andrà quindi a buon fine, piuttosto si è concretizzata la transizione legata ad una privatizzazione che vede come protagonista principale la Axiom Space.
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L’azienda texana fondata nel 2016 da Michael T. Suffredini e Kam Ghaffarian è molto coinvolta nel progetti di gestione della Stazione spaziale internazionale, e aveva già dichiarato a suo tempo due step fondamentali. Il primo corrispondente a delle missioni private, in partenza a gennaio 2022, che attraverso utilizzo della navicella Crew Dragon di SpaceX porteranno quattro persone nello spazio. E il successivo progetto è la conversione dell’ISS nella prima stazione spaziale commerciale del sistema solare.
Degli obiettivi certamente molto ambiziosi ma che si stanno concretizzando con l’avvicinarsi della scadenza della missione internzionale patrocinata dalla NASA in collaborazione con l’europea ESA, la giapponese JAXA, la canadese CSA-ASC e la russa RKA.
Il programma che renderà tutto questo possibile è scandito da tappe molto fitte e dettagliate.
E’ previsto nel 2024 il primo modulo che sarà lanciato sarà AxH1, un hub predisposto ad ospitare quattro occupanti, e che sarà subito seguito da AxH2, il cui scopo è quello di raddoppiare la capacità di accogliere persone.
Successivamente nel 2026 il core verrà raggiunto da AxL, una struttura a cupola destinato ad accogliere un laboratorio multifunzionale.
Infine nel 2027 si aggancerà AxPT, il cui obiettivo è l’efficientamento della produzione e della autonomia energetica della stazione.
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La strada al turismo spaziale è quindi confermata e nel 2028 potremo trovare una struttura commerciale completata. Le quattro missioni annunciate a giugno, da AX-1 a AX-4, sono solo delle apripista e avranno come obiettivo quello di appoggiarsi inizialmente alla ISS, alla stazione spaziale cinese (CSS) e alla futura stazione russa (ROSS) e lentamente emanciparsi da esse fino a creare una struttura totalmente indipendente. Ci aspetta un grande traffico spaziale quindi che sarà solo l’inizio di un rapporto costante tra l’uomo e le stelle.
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