La Stazione spaziale internazionale ISS, dopo la sua attività ventennale, comincia a mostrare i primi segni segni evidenti di deterioramento
Ha poco più di vent’anni, la stazione spaziale internazionale (ISS). Una durata di vita che potrebbe risultare irrisoria ma che per questo gioiello tecnologico si traduce in diverse ere tecnologiche. E non solo il tempo sta sancendo il lento decadimento delle sue funzionalità, componenti ed efficienza. Ma sopratutto l’ambiente ostile spaziale. Qui le condizioni estreme in termini di temperature e sollecitazioni, nonché la pioggia di materiale con il quale viene investita continuamente, non aiutano.
Nonostante stiamo parlando di materiali e tecnologie studiate e realizzate con le competenze congiunge delle agenzie governative partner, la statunitense NASA, l’europea ESA, la giapponese JAXA, la canadese CSA-ASC e la russa RKA.
Ed è proprio proprio l’ex astronauta Vladimir Alekseyevich Solovyov, prima direttore del Russian Mission Control (MIR) e ora a capo delle faccende della sezione russo a lanciare l’allarme.
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Secondo il parere esperto dell’ingegnere a capo della società spaziale Energia, il grande apparato meccanico è molto prossimo ad un collasso. Un punto di non ritorno. Dopo il quale non sarà più possibile procedere alle riparazioni e i dispositivi fondamentali per il funzionamento corretto della base verrebbero a mancare.
La stazione spaziale è in procinto di andare in pensione
Diverse d’altronde sono le parti russe che hanno superato già di molto il limite temporale d’utilizzo previsto stimato a 15 anni. Non stupisce quindi che uno dei moduli presenti a bordo, il modulo Zarya identificato anche come Functional Cargo Block (FGB), appartenente al gruppo dei primissimi componenti lanciati nel 1998, presenti delle non conformità.
Inizialmente il cargo aveva presentato delle piccole crepe, che in apparenza sarebbero potute essere considerate trascurabili. Ma queste sono nettamente da interpretare come un chiaro segnale d’allarme, poiché analizzandole e valutando la loro evoluzione stanno indicando un palese stato di peggioramento irrevocabile.
Tuttavia, andando a considerare la situazione generale e le ambizioni del progetto spaziale russo, la vetustà e il decadimento che stanno colpendo i componimenti più vecchi, fanno da volano, in parte, ad un cambio di rotta della politica spaziale del paese, che sembra cerchi di allentare gli impegni presi per la stazione orbitale per dedicare le prioprie risorse ad altro. Secondo quanto dichiarato da Roscosmos (RKA) la stazione non vedrà un futuro dopo il 2030.
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L’ISS, che ha festeggiato il ventesimo “compleanno” il 2 novembre 2020, conta quindi di andare in pensione tra un paio di anni, e in attesa della fine della sua vita funzionale, con de-orbita previsto per il 2024, si aprono per lei diversi scenari. Le opzioni potrebbero essere lo smantellamento, piuttosto che una transizione legata ad una privatizzazione, e dipenderanno moltissimo da quelle che saranno le condizioni della stazione nei prossimi anni.