Duro colpo per chi aspetta ancora la PS5 e Xbox: vendite scaglionate ancora fino al 2023

La crisi dei semiconduttori continua, e non accenna a finire. Se ne parlerà, secondo Intel, almeno per un altro anno, se non addirittura fino al 2023. Una crisi che ha portato a conseguenze macroscopiche sia nella produzione dei chip, a livello industriale, sia per i consumatori, che faticano a trovare negli store i loro prodotti elettronici preferiti. Come PS5 e Xbox.

PlayStation 5 - Tech MeteoWeek.com
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Dopo quasi un anno dal lancio delle due console, infatti, è tuttora quasi impossibile per gli appassionati di gaming trovare un qualsivoglia modello dei due device, dal momento che le fabbriche non riescono a produrne nuove unità per la mancanza dei semiconduttori necessari a costruirne i chip.

Crisi dei semiconduttori: è tutto riconducibile a questo

XBox Microsoft - Tech MeteoWeek.com
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Tra le cause della crisi dei semiconduttori che ha portato alla carenza di chip per dispositivi come le console di gioco, c’è anche la situazione venutasi a creare tra gli Stati Uniti e la Cina e le sanzioni commerciali che gli Usa hanno riservato alla potenza asiatica. Questi provvedimenti hanno obbligato le aziende ad approvvigionarsi anticipatamente di componenti elettroniche fondamentali per smartphone 5G e prodotti di fascia alta, mentre le aziende americane si sono trovate nell’impossibilità di acquistare i chip prodotti dalle fabbriche cinesi, mettendo un altro macigno a rendere ancora più pesante la crisi.

Un’altra azienda fortemente colpita dalla crisi dei semiconduttori è la Toshiba, che produce power-regulating chip utilizzati in molti settori, dall’elettronica di consumo alle automobili. A fare da portavoce della crisi che ha colpito Toshiba, il suo direttore della divisione semiconduttori Takeshi Kamebuchi, il quale ha confidato a Bloomberg che «l’approvvigionamento dei chip sarà limitato almeno fino a settembre dell’anno prossimo».

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Kamebuchi si è espresso sulle capacità produttive di Toshiba, rivelando che la loro insufficienza dipende sia dalla scarsità delle materie prime che dall’alta richiesta del mercato. Perché allora le grandi aziende come Sony, Microsoft, Nintendo stessa non si rivolgono ad altri produttori di componenti per console? Sembra che sia estremamente difficoltoso effettuare questo tipo di acquisto, a causa delle certificazioni di sicurezza necessarie per poter fornire power-regulating chip.

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«I produttori di console sono tra i clienti con il fabbisogno più alto in assoluto e sono sinceramente dispiaciuto per la loro frustrazione, dal momento che nessuno di loro è soddisfatto al 100%». Con queste parole Kamebuchi ha espresso la sua opinione in merito, condivisa peraltro dal CEO di Intel, Pat Gelsinger, secondo cui la carenza di chip durerà ancora fino al 2023.