Una parrocchia ha iniziato a vendere Non-Fungible Token. La mania per i NFT di Don Davide, parrocco 43 enne un po’ ‘nerd’ si estende alla comunità bolognese.
La parrocchia bolognese sotto i riflettori, punta a essere la prima comunità religiosa in Italia a cavalcare l’onda della tecnologia Nft, ‘Non Fungible Token’, in altre parole un certificato di proprietà di un oggetto digitale «non fungibile», cioè non replicabile, come un’opera d’arte che utilizza il sistema della blockchain e sul quale si sono scatenati big come Elon Musk ed Edward Snowden.
Vi ricordate che ne avevamo ampiamente parlato? In questo articolo quando eBay aveva deciso di utilizzarli, mentre in quest’altro articolo il pezzo del New York Times battuto all’asta e pagato appunto tramite NFT.
“Non sono un nerd, né un hacker o un programmatore” spiega don Davide Baraldi, parroco della chiesa di Santa Maria della Carità e San Valentino della Grada “ma ho sempre avuto interesse per quello che gli strumenti tecnologici rappresentano come rivoluzione antropologica”.
Nell’ultimo periodo è maturata la curiosità nei confronti delle criptovalute, dei Bitcoin, della blockchain. Finché non si è imbattuto nel ‘Non Fungible Token’, “ben prima delle vendite milionarie” di Christie’s.
Da qui, l’idea!
“Abbiamo realizzato tre serie che riprendono le grandi opere della nostra chiesa, rielaborate in grafica digitale da Cristina Gozzi, al fine di proporre un significato fortemente riattualizzato. A queste se ne aggiunge una quarta, grazie alla collaborazione di una giovane disegnatrice, Chiara Marzaduri, per offrire con il suo tratto delicato e fine un’interpretazione dei protagonisti di una comunità cristiana moderna” ha spiegato don Davide Baraldi al portale SettimanaNews.
” In questo modo, la nostra parrocchia intende attraversare tutte le epoche, dall’arte sacra classica alla street art, passando per l’arte contemporanea fino ad arrivare alle nuove frontiere dell’informatica”.
E’ proprio vero che gli NFT stanno conquistando il mondo, ma non si pensava anche al mondo sacro e religioso.
Che sia un modo per avvicinarci al Signore?
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NFT, in breve, sta per non-fungible token. Chiariamo fin da subito il significato di fungible e non-fungible: un Bitcoin, ad esempio, è fungibile, e può essere scambiato con un altro. Gli NFT, invece, sono pezzi unici, non possono essere replicati né sostituiti.
O meglio, più tecnicamente, gli NFT sono una particolare tipologia di token crittografici e non sono reciprocamente intercambiabili.
Al giorno d’oggi, questi token vengono considerati una sorta di evoluzione del mondo dell’arte, in formato digitale.
Chi acquista un’opera legata ad un NFT, tuttavia, non acquista l’opera in senso stretto. Piuttosto, si garantisce la possibilità di rivendicare un diritto su quell’opera, attraverso uno strumento noto come smart contract, ovvero un protocollo informatico che facilita e verifica l’esecuzione di un contratto.
Di base, l’artista salva in formato digitale una foto o un filmato, che corrisponderà a una stringa di numeri, 0 e 1 nel linguaggio informatico. Questa sequenza viene poi compressa in una più corta, detta hash, seguendo un processo comunemente noto come hashing. Qui, a ben vedere, c’è un primo elemento di garanzia per il proprietario degli NFT: essendo in possesso del documento digitale, è l’unico che può facilmente calcolare l’hash.
Questa hash viene poi memorizzata in una blockchain, con tanto di marca temporale associata. L’NFT mantiene al suo interno le tracce delle vendite dell’hash, fino al creatore che ha passato di mano l’opera la prima volta.
Con questo percorso all’inverso si può avere dunque una prova dell’autenticità e della proprietà del token, e al possessore dell’opera non sarà necessario rivolgersi a degli intermediari, almeno fin a quando la blockchain sarà attiva.
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I NFT non sono un fenomeno recente (i più veterani si ricorderanno dei Crypto Kitties qui), ma hanno assunto un enorme popolarità solamente ad inizio del 2021, quando diversi artisti di fama mondiale hanno iniziato a vendere alcune delle loro opere digitali a milioni di dollari. Si può vendere di tutto: dalle GIF alle immagini Jpg, passando per meme e figurine virtuali, come quelle di Top Shot in collaborazione con l’NBA.
Don Davide sostiene di non essere stato fulminato dall’onda di fama generata dalle vendite pluri-milionarie di artisti come Beeple, ma di conoscere il fenomeno «da ben prima delle vendite milionarie» delle case d’aste come Christie’s.
“Da ben prima di Britney Spears” per intenderci.
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