Ora i deepfake potrebbero aiutare anche nel doppiaggio per i film. Ma cosa comporterà questa scelta?
Quante volte la tecnologia, con l’intento di guardare al futuro e sfruttare una velocità senza precedenti, ha danneggiato alcuni lavori?
E’ un equilibrio precario, perché l’innovazione viaggia pari passo con le minacce dell’innovazione stessa.
I deepfake (ne avevamo parlato anche in questo articolo) di facce ne hanno infinite ovviamente, grazie all’intelligenza artificiale che è in grado di generarle, e molto ambigue: la possibilità di costruire dei video credibili in cui simulare personaggi di spicco che rilasciano dichiarazioni false è indubbiamente un pericolo aggiuntivo e concreto in un contesto informativo già invaso dalle fake news.
Con il termine deepfake si indicano contenuti multimediali (in particolare i video) che possono modificare il volto di un soggetto simulandone un altro, per fargli dire o fare cose che l’originale non direbbe o non farebbe mai. O almeno non in pubblico.
Vi consigliamo la lettura di questo articolo per vedere effettivamente i danni che può creare un deepfake in mano a prone sbagliate.
Basta guardare TikTok, dove i deepfake hanno preso piede in maniera quasi preoccupante.
E così un finto Obama, imitato dal comico e regista Jordan Peele, già nel 2018 definiva Trump come uno “str… totale”, mentre un falso Tom Cruise di recente ha fatto furore su TikTok, suscitando interesse e preoccupazione per quanto assomigliasse a quello vero.
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Il progetto della startup Flawless, fondata dal regista Scott Mann (famoso per pellicole come Bus 657 e Final Score), è però uno dei potenziali volti buoni dei deepfake, dal momento che sta lavorando ad un modo per applicare la tecnologia al mondo del cinema, e in particolare per integrarla al processo di doppiaggio, senza snaturarne la natura in se.
La startup ha per esempio trovato il modo di applicare questa tecnica ai doppiaggi in lingua straniera di film e serie televisive, per renderli molto più verosimili. I primi risultati, mostrati in un video promozionale, sono impressionanti: gli attori diventano immediatamente poliglotti, e muovono le labbra in sincrono perfetto con la loro voce internazionale.
Una manna dal cielo per coloro a cui da fastidio non vedere la mimica della bocca seguire la lingua con cui si ascolta e guarda il film.
Basta guardare un film americano localizzato in tedesco o in russo per rendersi conto di quanto un doppiaggio maldestro possa rovinare un’intera pellicola.
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In Italia l’altissima professionalità dei doppiatori come Luca Ward (spesso attori che non hanno nulla da invidiare ai protagonisti dei film doppiati, come Pino Insegno che dalla tv è passato alle sale di doppiaggio) e una lunga tradizione nella localizzazione delle pellicole internazionali hanno reso da sempre meno evidente il problema, ma anche da noi il doppiaggio non può ovviamente esimersi dal modificare in parte il senso di alcuni dialoghi, sacrificando a volte un po’ di significato per favorire l’allineamento di certe sillabe e consonanti con la lingua originale.
Flawless sta sviluppando il suo sistema a partire da una tecnologia sviluppata da alcuni ricercatori del Max Placnk Institute, in Germania, che è stata messa a punto con una particolare attenzione nella conservazione “dello stile” del soggetto che parla.
Gi attori vogliono portare una determinata emozione sullo schermo, e a volte è proprio tramite il tono che quest’emozione arriva.
È sufficiente dare in pasto all’algoritmo alcuni minuti di girato che ritraggono l’attore da doppiare perché questo sviluppi un modello del volto basandosi sulla posizione delle labbra, della testa e sul movimento degli occhi.
Mann dice che con Flawless un doppiaggio completo di un film di durata media può essere completato in circa 2 mesi e mezzo incluso il tempo necessario ad allenare l’IA all’imitazione degli attori.
Secondo il regista, il sistema ha il potenziale di rivoluzionare il cinema internazionale, rendendo superflua la pratica del “re-making” in inglese di film in lingua straniera.
E non è difficile ipotizzare che Netflix e Amazon abbiano già drizzato le antenne: una tecnologia come questa potrebbe essere utilissima per la localizzazione delle serie da distribuire sulle versioni internazionali delle loro piattaforme di streaming.
Attenzione però: non dovranno essere usate per scopi illeciti e, per ora, non intaccheranno il lavoro dei doppiatori.
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