Si chiude un’epoca, e dopo quasi mezzo secolo dovremo dire addio ai luoghi di culto dove si è celebrata la storia dei videogames

Le sale giochi in tutto il mondo, ma specialmente in Giappone hanno da sempre rappresentato luoghi affascinanti e templi del divertimento per gli amanti del gaming. Ecco perché la notizia che il braccio legato all’intrattenimento di Sega, il dipartimento Entertainment, ha deciso definitamente di fare dietrofront. E abbandonare l’investimento, legato a questo settore del business.
La Sega Sammy ha infatti confermato la sua definitiva volontà di uscire dalle dinamiche del mercato. Così facendo cede ciò che restava del suo impero, un misero 14,9% alla Global Entertainment Network for Dreams and Aspirations (GENDA). Questa fin da dicembre 2020 aveva il pieno controllo delle restanti quote societarie. Lo scenario quindi si fa sempre più oscuro, e molte delle dinamiche del panorama legato ai videogames e alle sala giochi stanno già cominciando ad essere definite sotto nuove categorie.
La progressiva estromissione del comparto Sega Entertainment e l’avanzare della Genda GiGO Entertainment

A innescare il meccanismo che ha portato alla progressiva cessione sono stati senza dubbio della situazione sanitaria mondiale. Il covid ha infatti agito come leva portando ad una riduzione dei clienti in presenza andando quindi ad assottigliare i profitti.
Le prime avvisaglie di un cambio di rotta era già stato avvertito quando a Tokio era stato chiuso il centro di divertimenti storico a Akihabara, l’iconico Sega Building 2. Eravamo a settembre del 2020 e niente avrebbe potuto far prevedere come la situazione aziendale avrebbe preso questa piega spiacevole.
Ora la vendita del dipartimento Entertainment di Siga, che ora cambierà nome e si definirà Genda GiGO Entertainment, rappresenterà anche l’inizio di un importante fenomeno di re-branding. Le sale giochi che portavano il nome della società verranno traghettate sotto l’egida della nuova realtà strategica.
Cosa rimarrà della Sega? “Solo” le macchine. I vertici aziendali confermano che la creatività e l’impegno della multinazionale, attiva già dagli anni ottanta per lo sviluppo e la vendita di videogames, continuerà ad essere il cuore pulsante di questi templi del divertimento.
Nulla sarà comunque più come prima. In barba al fenomeno del retrò gaming lo scenario dei videogames perde un elemento importante che ha caratterizzato la storia di questo settore. Sega tira i remi in barca, vittima come molte altre aziende di una contingenza sociale ed economica che penalizza alcune aziende, mentre premia invece tutte quelle che invece sono state in grado di piegare le proprie produzioni, riprogrammandole, in maniera più flessibile seguendo le nuove istanze del mercato.