In principio fu “Prince of Persia”. Un videogame sviluppato da Brøderbund nel 1989, per una serie di piattaforme che includono Amiga, Apple II, Apple Macintosh, MS-DOS, Nintendo Entertainment System e Game Boy, la cui trama è ambientata in Persia dove il visir del sultano cerca di impossessarsi del trono e sposare la principessa.
Ritenuto rivoluzionario per il pubblico di gamers di fine Anni Novanta, Prince of Persia è stato poi seguito da altri capitoli, rivisitato in chiave cinematografica, pubblicato su altre piattaforme come Super Nintendo e Sega Mega Drive e oggetto di un reboot da parte di Gameloft e pubblicato da Ubisoft con il titolo di Prince of Persia Classic, compatibile per Xbox 360, iOS e Android.
E oggi arriva un’altra novità: Prince of Persia è arrivato che sugli smartwatch. Lato iOS, ovviamente su Apple Watch. Lato Android, è compatibile con Samsung Galaxy Watch 3. Farlo girare inoltre è del tutto semplice: gira su Javascript, quindi non serve in alcun modo scaricare app ma si passa direttamente dal browser di sistema.
Prince of Persia: la versione smartwatch è perfettamente uguale all’originale
Il funzionamento del gioco prevede anche il supporto dei controlli touch e una risoluzione praticamente identica all’originale del 1989, che era pensato per i computer di Apple. Il funzionamento su Apple Watch e Samsung Galaxy Watch 3 è già stato confermato, ma sembra che sia possibile far girare il gioco anche su altri dispositivi come smartphone, tablet o computer.
L’unico piccolo (se così si può chiamare) inconveniente è che l’Apple Watch, non avendo un browser liberamente accessibile, deve recuperare l’URL in maniera trasversale: un messaggio ad esempio, o una mail, da dove cliccare sul link e accedere al gioco.
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Il primissimo sviluppatore di Prince of Persia è stato Jordan Mechner, classe 1964, autore di videogiochi, scrittore e regista statunitense. Nonostante la sua bravura, i suoi primi lavori sono stati rifiutati fino a quando non ha realizzato e progettato Prince of Persia. Il gioco è stato pubblicato nel 1989 dopo oltre quattro anni di lavoro, realizzato utilizzando il linguaggio assembly del processore 6502 impiegato nell’Apple II. Inizialmente anche Prince of Persia non ha avuto un grande successo, ma grazie alla conversione del titolo su altre piattaforme le sue vendite si sono sensibilmente.
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Mechner ha prodotto anche il sequel di Prince of Persia, intitolato The Shadow and the Flame, ma è stato anche tra i pionieri dei picchiaduro, con il suo Karateka pubblicato addirittura nel 1984 sempre per Apple II. Mechner è poi tornato a lavorare sul franchise di Prince of Persia con l’apprezzatissimo reboot del 2003 The Sands of Time, in qualità di consulente creativo e designer.