Lo Spazio profondo sembra avere sempre meno segreti, soprattutto per quanto concerne il nostro Sistema Solare, i cui pianeti diventano sempre più alla portata della conoscenza globale.
Oltre a Marte, una volta considerato il Pianeta quasi proibito (o proibitivo) per le condizioni atmosferiche avverse, anche altri Pianeti sono stati studiati nel tempo e se ne sono conosciute caratteristiche e proprietà peculiari.
In questo senso le ultime novità sulle caratteristiche delle proprietà dei pianeti riguardano due giganti molto lontani dal Sole, Urano e Nettuno, sui quali sono stati sfatati alcuni miti circa le loro qualità peculiari.
In sostanza, quello che è stato scoperto grazie alle missioni realizzate negli Anni Novanta dalle Agenzie Spaziali è che sulla superficie dei due pianetoni esterni del sistema solare non si trovano solo acqua e ghiaccio, come tutti credono, ma si verifica una specie di ciclo continuo che somiglia a una “pioggia di diamanti” proveniente dal nucleo del pianeta.
Il nucleo di questi due Pianeti infatti, che in superficie sono costituiti da acqua, ammoniaca e metano, è roccioso e circondato da elementi compressi che, grazie (o a causa) della pressione cui sono sottoposti, si lanciano verso la superficie perdendo il loro spessore man mano che vi si avvicinano.
Quello che succede dopo è ipotizzabile solo grazie ai dati raccolti dalla sonda Voyager 2 che circa 30 anni fa si è spinta fino al di fuori del sistema solare studiando i due pianeti esterni e riportando delle informazioni sulle quali è stato possibile lavorare ed elaborare delle teorie.
In pratica quello che succede all’interno del nucleo, che ha una temperatura di quasi 7000 gradi centigradi e subisce una pressione 6 milioni di volte superiore a quella terrestre, è che tutto ciò che dal nucleo arriva alla superficie subisce uno shock termico dal momento che la temperatura è molto fredda.
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In particolare, sono le molecole di metano che con la pressione si frantumano e rilasciano atomi di carbonio, che si sa sono la “base” della composizione dei diamanti, e che formano lunghe catene atomiche dalla consistenza simile a quella dei diamanti. Diamanti che “cadono” dal cielo sulla superficie e scendendo verso il nucleo si vaporizzano e tornano a vivere il ciclo di “pioggia” preziosa.
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Ovviamente sono solamente ipotesi, anche se Voyager 2 ha riportato sulla Terra molti dati raccolti, ma si tratta pur sempre di una ipotesi molto plausibile.
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