Russia multa Google e Meta per contenuti illegali su suolo russo

Una controversia vicenda giudiziaria vede coinvolte le società statunitensi, colpevoli, secondo il giudice, di inadempienza

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Scoppia il caso mediatico in Russia che sanziona pesantemente Google e Meta per non aver vigilato con attenzione sui contenuti presenti nelle loro piattaforme – MeteoWeek.com

Una sanzione pecuniaria importante è quella che si sono viste infliggere le due società. A causare la dura posizione di Mosca sarebbe la reiterazione nel non rispondere in maniera adeguata alle istanze del governo. Non sarebbe la prima volta però per Google e Meta infatti.

Già in passato il governo russo aveva sollecitato gli organi di supervisione e controllo delle società a rimuovere contenuti considerati adeguati, non ricevendo un riscontro positivo. Per ciò che riguarda Google, avvezza a rispondere ad accuse di questa portata, era giunta solo di recente la notizia che l’azienda di Menlo Park avesse saldato la maxi multa inflittale dalla Roskomnadzor, l’ente federale che svolge il ruolo di garante in ambito di telecomunicazioni e diritti del consumatore, che potrebbe essere paragonato al nostro AGCOM. In questo caso la faccenda si era risolta con un importo irrisorio, quantificato a soli 450.000€.

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Ma questa volta pare che il tribunale di Mosca non intenda soprassedere. E rincara la dose andando a metterci il carico da novanta. Le somme corrisposte fino ad ora infatti non sono che briciole.

La stangata russa alle aziende americane e la maxi multa che dovranno pagare

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La decisione del tribunale di Mosca avrà delle ripercussioni pecuniarie significative – MeteoWeek.com

Secondo quanto comunicato attraverso l’account social dell’Ente infatti Google dovrà rispondere delle sue manchevolezze versando alle casse del paese una cifra pari a 7,2 miliardi di rubli, ovvero 98 milioni di dollari. Se la cava forse un po’ meglio la collega Meta. Il CEO Mark Zuckerberg si è visto presentare un conto salato, ma proporzionalmente accessibile, di soli 27 milioni di dollari.

Le motivazioni del giudice sarebbero inoppugnabili. Alle società si addebita la responsabilità di non aver rimosso contenuti che promuovono droga e suicidi. Ma nel grande paese, dove l’ingerenza dei vertici si fa sentire, è messa alla berlina anche la posizione che vede le due aziende californiane usare il guanto di velluto nei confronti di dinamiche legate all’opposizione. Ed è proprio questo ultimo aspetto che potrebbe lasciare perplessi e dare adito ad una interpretazione delle decisioni che potrebbe far pesare a motivi pretestuosi, che nascondono invece questioni politiche ben più interessanti.

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Tuttavia che la questione circa il materiale presente in rete, che transita attraverso questi importanti contenitori diffusi in maniera capillare su tutto il pianeta, sia delle più spinose è un dato di fatto. Capita spesso che del materiale inappropriato sfugga alle maglie troppo grandi dei setacci ad appannaggio degli algoritmi con risultati che spesso hanno risvolti che potremmo definire imbarazzanti. Resta quindi in sospeso la questione, anche se la scelta del governo russo potrebbe mettere un tassello in più al controverso panorama della tematica.