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Quando si dice “ce l’hai nel sangue”: la figlia del primo astronauta andrà in orbita

Alan Shepard, astronauta della Nasa e aviatore statunitense, è stato il primo uomo americano a volare nello spazio, nel lontano 1961 con la missione Mercury-Redstone. A bordo della navicella Freedom 7, fu lanciato da un razzo Redstone in una traiettoria di volo suborbitale a un’altitudine di circa 116 miglia, ossia 186 km.

Laura Shepard Churchley – MeteoWeek.com

A 60 anni dal volo di Shepard, un altro componente della sua famiglia ha compiuto lo stesso destino: la figlia dell’astronauta, Laura Shepard Churchley, ha infatti preso parte alla missione Blue Origin NS-19 dello scorso 11 dicembre, voluta da Jeff Bezos e dedicata a Glen de Vries, uno dei membri dell’equipaggio della missione Blue Origin NS-18, morto in un incidente aereo estraneo alle attività della compagnia di Bezos.

Tale padre, tale figlia, dunque. Dopo 60 anni anche Laura Shepard ha provato lo stesso brivido già provato da sua padre, anche se solamente per 10 minuti. Infatti il volo della missione Blue Origin NS-19 non è durato di più: la missione suborbitale è arrivata infatti a quota 106 metri, subito sopra la linea di Kármán posta convenzionalmente a 100 km di quota

Laura Shepard Churchley segue le orme del padre

I membri della missione NS-19 di Blue Origin – MeteoWeek.com

La cosa curiosa è che la capsula sulla quale hanno volato i sei astronauti della missione è proprio dedicata ad Alan Shepard: il nome New Shepard con cui è stata battezzata infatti non è stato scelto a caso, ma viene proprio dal nome dell’astronauta e aviatore statunitense.

Ed è grazie alla parentela con Alan Shepard che sua figlia, Laura Shepard Churchley, non ha pagato il costoso biglietto (la cifra non è stata resa nota) per accedere alla missione, insieme all’ex giocatore di football Michael Strahan. Insieme a loro due, hanno viaggiato anche quattro passeggeri paganti: Dylan Taylor, Evan Dick, Lane Bess e Cameron Bess.

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La missione inizialmente era prevista tra la fine di novembre ed i primi di dicembre, ma una serie di venti in alta quota hanno poi impedito alla navicella di decollare, e quindi la missione è stata spostata alla scorsa settimana. Blue Origin ha anche annunciato che si tratta dell’ultima missione per questo anno, e che quindi le prossime spedizioni avverranno non prima del 2022.

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La missione NS-19 è particolare anche per il numero di passeggeri nella capsula: si tratta infatti della prima volta che sei passeggeri contemporaneamente prendono parte al volo suborbitale di una capsula di Blue Origin. Ed è anche la prima volta che una coppia padre-figlio, composta da Lane Bess e Cameron Bess, partecipa a un volo nello spazio. Al rientro dal volo, durato circa 10 minuti, Jeff Bezos in persona ha accolto gli astronauti scesi dalla navicella.

 

Giulio Cicelli

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