Uniscono molti investitori alcuni dei quali stanno facendo soldi (veri) a palate, ma dividono critica e paesi interi per la loro volatilità. Sono delle monete digitali ma vengono classificate come una riserva di valore. Tutto e il suo esatto contrario quando si parla di bitcoin. Il mistero s’infittisce continuando a non conoscere il suo inventore. O forse sì?
Craig Wright, un informatico che afferma di essere l’inventore di Bitcoin, ha vinto di recente un processo civile contro la famiglia di un socio in affari deceduto, che sosteneva di essere in debito con metà di una fortuna in criptovaluta, del valore di decine di miliardi.
Una giuria della Florida ha stabilito che Wright non doveva la metà di 1,1 milioni di bitcoin alla famiglia di David Kleiman, assegnando solo 100 milioni di dollari in diritti di proprietà, una sorta joint venture tra i due, una frazione di ciò che gli avvocati di Kleiman chiedevano al processo.
“E’ stata una straordinaria vittoria per la nostra parte“, ha commentato così Andres Rivero di Rivero Mestre LLP, l’avvocato che rappresenta Craig Wright. Per molti si celerebbe lui dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, a cui si deve la nascita di qualcosa che da tre anni a questa parte sta sconvolgendo il mondo della finanza e non solo.
Già, la conclusione del processo in questione non ha toccato direttamente il punto focale dell’identità reale di di Satoshi Nakamoto, ma entrambe le parti hanno convenuto sul fatto che Craig Steven Wright sia l’effettivo proprietario di quei 1,1 milioni di bitcoin, se non Satoshi Nakamoto, un personaggio di spicco nella nascita dei bitcoin, la più grande e importante criptovaluta al mondo.
David Kleiman è morto nell’aprile 2013 all’età di 46 anni. Guidata da suo fratello Ira Kleiman, la sua famiglia era talmente amica di Wright, che sono in molti a pensare che hanno inventato loro i bitcoin, attraverso una partnership.
Al centro della sperimentazione ci sarebbero proprio quegli 1,1 milioni di bitcoin, cha attualmente corrispondono a qualcosa come 50 miliardi di dollari, probabilmente tra i primi bitcoin ad essere creati tramite il mining.
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Il caso processato dalla corte federale di Miami è stato altamente tecnico e dettagliato, con la giuria che ha ascoltato le spiegazioni sull’intricato funzionamento delle criptovalute e sulle tutt’ora oscure origini della nascita dei bitcoin. I giurati hanno impiegato un’intera settimana per deliberare, ponendo ripetutamente domande agli avvocati di entrambe le parti e al giudice su come funzionano le criptovalute e sul rapporto d’affari tra i due uomini. C’è stata perfino una situazione di stallo, prima della sentenza.
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La sentenza favorevole a Craig Wright avrà delle conseguenze. La comunità delle criptovalute, infatti, cercherà di capire se Wright manterrà la promessa di dimostrare di essere il proprietario dei Bitcoin, ciò darebbe ancora più credito su chi, realmente, quel Satoshi Nakamoto, che ormai tutti cercano.
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