Brutta notizia per i fan del noto sparatutto multi-piattaforma che non potranno più accedere dal territorio cinese
La terribile notizia che la Epic Games avrebbe spento definitivamente il server che ospita Fortnite si è finalmente concretizzata. La società che si occupa di videogames aveva annunciato le sue intenzioni da diverso tempo. E questo anticipando ai gamers la decisione di effettuare lo switch off del game multipiattaforma il 15 novembre. E così è stato.
A confermarlo sono i milioni di fan cinesi che segnalano l’impossibilità di accedere al titolo. Una brutta storia in merito al gaming. Che non lascia presagire nulla di buono su questo orizzonte.
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L’escalation, che ha portato a questa situazione, ha visto la sua prima comparsa la sera di Halloween, quando Epic Games, in un comunicato ufficiale, aveva informato i fan che per Night , questo il nome di Fortnite nella sua versione asiatica, lo spegnimento del server era prossimo. Già dal giorno successivo non era più stato possibile attivare nuovi account, e adesso si è compiuto l’atto finale.
Tuttavia il palcoscenico sul quale si svolge questa vicenda ha una connotazione di territorialità molto importante. L’intenzione del governo di entrare nei meccanismi di tempo libero e divertimento dei suoi cittadini, con un particolare riguardo alla fascia dei minori, è un’azione strategica ben dichiarata da Pechino, che si era già espressa in forme molto restrittive circa le dinamiche delle microtransazioni.
La campagna di repressione del governo cinese e il controllo delle autorità sul settore dei videogiochi online
L’amministrazione, in parte, intende combattere l’impiego di yuan ed energie dei più piccoli in attività non condivise dalla stato. Tuttavia ai più attenti non è sfuggito come, in realtà, il governo di Pechino abbia agito pesantemente sulla libertà degli individui in tema di svago esule dal regime. In merito a leggi restrittive sul gioco online la Cina è considerata uno dei paesi più rigidi. Se per i minori i limiti sono legati alla fascia oraria in cui giocare, indicata come un’ora al giorno dalle 20 alle 21, anche gli adulti però vengono indirettamente coinvolti in questo scenario.
Nel paese infatti tutto il settore dei videogiochi è soggetto ad una una pesante forma di commissariamento. E questa rallenta inevitabilmente il comparto. Da un lato abbiamo i rappresentanti del governo, e dall’altro quelle delle società (Tencent Holdings Ltd e NetEase Inc).
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Lo spegnimento di Fortnite quindi si allinea perfettamente alla politica dell’oppressione cinese che intende controllare, nelle modalità più curiose e impensabili, le vite dei propri cittadini. Non ci resta quindi che attendere il prossimo colpo di scena. Sperando che, complici le trattative con gli Stati Uniti, ci possa essere uno spiraglio a vantaggio dei giocatori di tutte le età.