Recensione Yara su Netflix: ecco perché fa ancora male dopo tutti questi anni

Il 5 novembre su Netflix è uscito il film dedicato all’omicidio di Yara Gambirasio, la ragazzina vittima delle sevizie di un uomo che, fino all’ultimo, si è dichiarato (e lo fa ancora oggi) innocente, nonostante le prove portassero a lui al 100%

Yara, il film originale Netflix – Meteowek.com

Un film senza genere, perchè non ce la sentiamo di classificarlo. Non è un documentario, non è un thriller… è il racconto di uno degli omicidi più angoscianti che l’Italia ha dovuto affrontare. Mesi di ricerche e apprensione per questa ragazzina di soli 13 anni, amante della ginnastica artistica, proveniente da una famiglia normale che l’adorava, e con un diario segreto dove scriveva i suoi pensieri più segreti. Stessi segreti che per un attimo, sono stati sulla bocca di tutti. Un film che ripercorre le angosce, i dolori, i pensieri, di quelli che erano e saranno sempre Yara Gambirasio.

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Il film ripercorre l’omicidio, dall’inizio dell’adescamento alla fine, con Ignoto 1

La vicenda, la ricordiamo bene, si svolge nel  novembre 2010 e i telegiornali fin da subito si appassionano in maniera morbosa, perchè questo aggettivo possiamo usare, alla vicenda della scomparsa della giovane ginnasta di Brembate, scomparsa misteriosamente in una serata di neve, alle 18.30, l’orario in cui doveva tornare a casa, dopo aver portato uno stereo al centro sportivo dove era solita allenarsi. A 700 metri da casa.Da subito le indagini si muovono nel buio, senza una straccio di prova. Il padre aveva nemici? Yara conosceva il suo rapitore? Era scappata di casa? Il 26 febbraio del 2011 poi, il ritrovamento del corpo senza vita di Yara segna una svolta tragica, nel film la scena spezza il cuore, perché fin da subito ci ri-affezioniamo alla ragazzina con l’apparecchio e il sorriso pieno di vita, e la vediamo distesa in un campo a lei sconosciuto, ormai in uno stato in cui non avremmo mai voluto vederla, mentre il padre assiste alla scena senza poter dire, ne fare più niente per poterla salvare. La mancanza di un assassino mette le forze dell’ordine sotto una cattiva luce, soprattutto il procuratore che se ne occupa, che riprova qualsiasi strada mille e mille volte per dare giustizia alla 13enne che somiglia così tanto a sua figlia. La polizia brancola nel buio,  almeno fino a quando non viene identificato il DNA di Ignoto 1. E da lì, è una vera e propria caccia all’uomo.

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Ignoto 1, l’uomo che l’Italia ha accusato senza esitazione alcuna

Proprio tramite quel DNA sui vestiti e sotto le unghie di Yara,  si arriverà a incolpare Massimo Bossetti . Non saremo noi a ricordarvi la manfrina che ci è voluta per scovarlo, ne tantomeno saremo noi a dirvi il disgusto che proverete nel risentire le frasi dette in aula, da un uomo incastrato letteralmente dalla scienza. Lo spettatore, fin da subito, non si aspetta un lieto fine, non si aspetta un colpo di scena: lo spettatore SA. Lo spettatore ha già vissuto quel film. Eppure lo guarda, perchè è curioso, perchè il genere è quello su cui ha sempre investito Netflix. Non riusciamo a dare un vero e proprio voto alla pellicola, in quanto siamo ancora qui a cercare di donare a Yara, un lieto fine.