Degli esperti sono riusciti a creare una supernova direttamente sul nostro pianeta. Si tratta di un progetto davvero incredibile sotto ogni punto di vista e che pare sia molto interessante, ma anche altrettanto pericoloso.
Sulla Terra creiamo di tutto, come i dispositivi elettronici, strumenti artificiali o qualunque altra cosa ci venga in mente. Insomma, siamo dei creativi nati e c’è poco da fare al riguardo, soprattutto se parliamo di realizzare qualcosa che solo immaginandolo potremmo dire che sia impossibile da creare, figuriamoci se pensassimo di farlo sul serio.
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Ma alcuni scienziati diciamo che non sono proprio d’accordo con questa filosofia di vita. Difatti, è stato condotto un esperimento in cui hanno voluto formare da zero una vera e propria supernova. Esatto, avete capito bene, la stessa esplosione stellare che avviene e che rilascia delle emissioni di radiazioni nello spazio, con l’unica differenza che è stata creata qui. Ma come ci sono riusciti?
Il progetto
O meglio, non hanno creato una vera e propria supernova, quanto più un metodo che permetta di misurare il modo con cui le stelle creano gli elementi più pesanti dell’universo. E per farlo è stato sufficiente sondare un fascio di ioni radioattivi per poter osservare il processo di cattura dei protoni che si pensa avvenga nelle supernove con il collasso del nucleo. Grazie a questo esperimento abbiamo potuto comprendere la natura dei misteriosi isotopi chiamati p-nuclei, i quali abbondano la galassia ma di cui non siamo sicuri dell’origine sostanzialmente.
All’inizio, quando l’universo non aveva alcuna stella, era soltanto costituito sia da idrogeno che da elio. Ma a seguito delle fusioni nucleari stellari sono nati sempre più elementi diversi, come il carbonio o il ferro ad esempio. E alla morte delle prime stelle abbiamo potuto assistere alle esplosioni delle supernove, momenti in cui è probabile che sia stato creato qualcosa di ancora più pesante degli elementi che già conosciamo.
Nel frattempo che avvenivano questi processi i p-nuclei si posizionavano in alcuni punti a noi ignoti, oltretutto non sappiamo nemmeno come si siano formati e anche come mai scelgano delle zone precise. A tal proposito interviene Gavin Lotay, il fisico e capo dello studio dell’università del Surrey, che afferma: “Si pensava che tali misurazioni fossero in gran parte fuori dalla portata delle attuali tecnologie sperimentali ma l’ultimo studio ha ora aperto una vasta gamma di possibilità per il futuro“.
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Comunque sia siamo sempre un passo avanti rispetto a diversi anni fa, di conseguenza questa è una grande scoperta da non dimenticare. Infatti le analisi continueranno ed è possibile che, con il passare del tempo, si vengano a sapere nuove informazioni rilevanti e fondamentali per questa tipologia di ricerca.