Intel ha dichiarato di aver realizzato l’evoluzione del suo attuale processore neuromorfico, il quale sarà in grado di funzionare esattamente come se fosse un cervello umano. Una notizia stravolgente e che ha attirato la curiosità di tutti.
Lo sviluppo è iniziato nel 2011 quando Intel decise di acquistare una startup, chiamata Fulcrulm Microsystem, allo scopo di creare switch di rete intelligenti per poter evitare il conflitto di pacchetto su rete ethernet.
Infatti, invece di sfruttare degli algoritmi – cioè dei codici di programmazione adattivi – il team ha applicato le stesse logiche del cervello umano per una gestione asincrona del processo, proprio come i chip usati per i computer.
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Questi, dunque, usano la velocità di elaborazione, valutata in clock, e creano dei set di istruzioni definiti. Al contrario, come è intuibile, del cervello, che punta principalmente alla soluzione modificando, se necessario, i modi con cui poterla raggiungere. In sintesi il processore è in grado di elaborare dei modelli di machine learning abbassando i consumi rispetto alle GPU attualmente sul mercato.
Lo strumento appena descritto viene chiamato Neuromorphic computing architecture, ed è una struttura in grado di emulare il sistema neurale dell’essere umano tramite dei transistor. Intel, per poter migliorare il più possibile quest’idea, ha perfino cambiato il gruppo di ricerca. Da questa scelta è stata in grado di lanciare il Loihi nel 2018, la cui evoluzione, che prende il nome di Loihi 2, ha fatto il suo debutto pochi giorni fa.
Come accennato prima si basa sul calcolo asincrono denominato Asynchronous Computing. Funziona come il processo di apertura di una pagina web, ovvero che prima di caricare le parti pesanti tende a far apparire quelle più leggere. Ed è migliore di una CPU per il semplice fatto che, quelle esistenti, consumano più energia del dovuto per l’elaborazione dei dati.
E grazie al machine learning del nuovo sistema sarà possibile elaborare sempre più risorse contemporaneamente, senza mai imporre un limite preciso ed usando i neuroni. Il primo Loihi ne aveva 131.000 mila, mentre la sua evoluzione ne contiene un milione. Il nuovo processore è di 31 mm quadrati, i transistor sono costruiti in modo molto simile a quello dei neuroni umani – affinché lavorino come sinapsi – e al suo interno sono stati introdotti 128 core neurali.
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Questo progetto è sicuramente uno tra i più interessanti dell‘ultimo decennio, soprattutto per quello che è in grado di fare e di offrire allo stesso tempo. Non siamo ancora in possesso di sufficienti informazioni per sapere che cosa potrebbe fare un Loihi 3, ma è sicuro che una terza generazione ci stupirà come non mai. Al momento vediamo di saperne di più al riguardo tenendoci informati su possibili risvolti futuri.
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