Garantire ai propri clienti uno standard elevato non è sempre facile, lo sa bene Amazon che in merito ha preso decisioni drastiche
Il più grande marketplace del panorama internazionale decide di agire concretamente per eliminare quelle aziende che sono state valutate non idonee a restare sulla piattaforma.
Le azioni intraprese dalla società, fondata da Jeff Bezos, sono legate alla necessità di ripristinare il corretto sistema di analisi della qualità dei prodotti venduti, della visibilità, nonché credibilità dei venditori.
D’altronde il sistema a punteggio da 1 a 5, piuttosto che le recensioni rilasciate da altri clienti che per primi hanno maturato un’esperienza di un determinato prodotto, sono spesso da bussola per altri potenziali acquirenti, e si rivelano al contempo preziosi e fondamentali.
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Ma qualcosa si è inclinato nel meccanismo di fiducia su cui si basa tutto il sistema. Infatti già ad inizio anno viene smascherata una tecnica seriale orientata alla produzione di false recensioni.
Amazon, che dal 2016 si è espressa in merito a questo tema con delle policy aziendali molto rigide, ha deciso quindi di andare a fondo e comprendere meglio quali azioni fossero necessarie per interrompere una situazione che andasse a danno dei suoi clienti.
I più attenti avevo notato delle defezioni sospette da parte di aziende che improvvisamente sembravano non essere più presenti nel motore di ricerca. Dapprima c’è stato il coinvolgimento di marchi come Aukey, una azienda nota sopratutto per la produzione di powerbank e cuffie wireless, seguita poi da Mpow e VictSing. Poi è stato il turno di RavPower, produttore di caricatori, cavi e di Choetech.
Ma nessuna si era espressa in maniera ufficiale e non era stato chiaro comprendere le motivazioni di queste esclusioni.
Tuttavia quanto successo sembra collegato allo scoperta di un database di 7GB contente i dati di 200.000 persone inserite per aver prodotto recensioni positive false. Queste erano pubblicate in cambio di un rimborso sul prodotto acquistato senza necessità di reso.
La notizia ha quindi sicuramente allertato i vertici di Amazon, che sono corsi subito ai ripari. È seguito un periodo di attenta osservazione e valutazione che ha prodotto come risultato la messa al bando di 600 marchi provenienti dalla Cina rivenduti da oltre 3000 fornitori.
La scelta non potrebbe essere stata più opportuna. Per Amazon, avvalersi di una reputazione trasparente a garanzia di integrità e qualità, è una base fondamentale. Il sistema di recensioni false non costituisce solo un mancato rispetto e una violazione dei termini di servizio sottoscritti dalle aziende, ma sopratutto mina pesantemente il rapporto di fiducia dei clienti.
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