Durante una serie di esperimenti condotti sotto il Gran Sasso, da parte di un team di ricercatori dell’università di Cambridge, sono stati riscontrati degli svolti molto interessanti e inaspettati.
A quanto pare è successo per davvero: degli esperti si sono trovati davanti ad una scoperta sconcertante mentre effettuavano delle ricerche sulla materia oscura, riportando dei dati completamente inaspettati e pubblicati su Physical Review D. Lo studio principale è avvenuto presso i laboratori del Gran Sasso allo scopo di rilevare la materia oscura, una energia misteriosa che fa accelerare l’universo e di cui sappiamo ancora poco, tant’è che le indagini dei cosmologi non hanno mai portato a delle vere e proprie conclusioni.
L’energia oscura, ovvero una materia che non emette radiazioni e che interagisce con la forza gravitazionale, pare che sia una dei principali elementi dell’universo. Tuttavia, la sua esistenza non è ancora stata del tutto dimostrata, seppur gli scienziati cerchino interazioni con le sue particelle tentando di rilevarle tramite strumenti molto sensibili. Ed infatti l’obiettivo è proprio quello di trovarla.
Lo scopo dello studio
Da questo scopo nacque la collaborazione scientifica Xenon, che coinvolge 135 ricercatori di tutto il mondo. L’ultimo esperimento, chiamato Xenon1t, prevedeva di impiegare un enorme rilevatore di particelle con, al suo interno, un oggetto composto di xenon liquido sommerso in acqua, cosicché possa ottenere dei segnali nel modo più chiaro possibile. Xenon1t è stato attivo dal 2016 al 2018 nel sottosuolo dei Laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, in Abruzzo.
LEGGI ANCHE: La roccia prelevata da Marte ci ha svelato i segreti della vita sul Pianeta Rosso
Ma dall’esperimento è stato rilevato un segnale particolare, come spiega Luca Visinelli, il Co-Autore dello studio: “Questi tipi di eccessi sono spesso fortuiti, ma di tanto in tanto possono anche portare a scoperte fondamentali. Abbiamo esplorato un modello in cui questo segnale potrebbe essere attribuibile all’energia oscura, piuttosto che alla materia oscura che l’esperimento era stato originariamente concepito per rilevare”. Dunque, si stima che il 68% dell’universo sia costituito da energia oscura, motivo per cui si espande a vista d’occhio. Inoltre, gli scienziati tendono a ricercare la materia basandosi sul fatto che la gravità attragga gli oggetti, ed infatti su scale molto grandi l’effetto gravitazionale sarebbe repulsivo, accelerando l’espansione dell’universo.
La scoperta dell’esperimento
In questo caso, però, pare che l’energia rilevata sia ancora più rapida della materia oscura che conosciamo: “Nonostante entrambi i componenti siano invisibili, sappiamo molto di più sulla materia oscura, poiché la sua esistenza è stata suggerita già negli anni ’20, mentre l’energia oscura non è stata scoperta fino al 1998” come rivela Sunny Vagnozzi, il primo autore dell’articolo. Da questo esito, adesso i ricercatori devono capire in che modo spiegare quello che è successo. Inizialmente si pensava agli assioni, ovvero delle particelle ipotetiche e molto leggere prodotte dal Sole. Ed è proprio per tale ragione che è stato costruito un modello che potesse occuparsene, provando a scoprire se le particelle di energia oscura fossero nate in una regione del Sole grazie a dei forti campi magnetici.
LEGGI ANCHE: Cinque aziende americane che valgono oro, ecco chi sono
Di questo passo, è possibile che entro un decennio si possa rilevare l’energia oscura, anche se prima dovranno confermare le ipotesi e le teorie pensate. Vagnozzi, al riguardo, afferma che: “È stato davvero sorprendente che questo eccesso possa essere stato causato in linea di principio dall’energia oscura piuttosto che dalla materia oscura. Quando le cose combaciano in questo modo, è davvero speciale”. Visinelli prosegue, dichiarando che: “Dobbiamo prima sapere che questo non è stato semplicemente un colpo di fortuna. Se Xenon1t rilevasse davvero qualcosa, ti aspetteresti di vedere di nuovo un eccesso simile in esperimenti futuri, ma questa volta con un segnale molto più forte”.