L’Italia non si ferma e continua a macinare record. Questa volta abbandoniamo la terra e ci catapultiamo nello spazio.
Ecco che arriva un altro record tutto italiano. Ma questa volta non ci troviamo sulla terra in un campo sportivo o in un teatro musicale. Siamo nell’eternità dello spazio che si tinge del nostro tricolore.
Il protagonista si chiama Rolando Ligustri. E’ un astrofotografo friulano che ha puntato il suo obiettivo verso la volta celeste, immortalando per sempre la cometa Churyumov-Gerasimenkoe (67P). E la particolarità di quel puntino così lontano da noi è che è famoso per essere stato visto nel lontano 2014 dalla sonda europea Rosetta.
Si tratta di una cometa con un periodo orbitale inferiore a 200 anni, scoperta da Klym Ivanovyč Čurjumov grazie all’analisi di una fotografia scattata l’11 settembre 1969 presso l’osservatorio di Almaty da Svetlana Ivanovna Gerasimenko, che stava studiando la cometa 32P/Comas Solá.5
Ma c’è di più. Il corpo celeste in questione è invisibile a occhio nudo e agli strumenti amatoriali, bisogna per forza usare macchinari seri. Ma questo non ha impedito a Ligustri di scattare l’istantanea e realizzare una foto spettacolare, tanto da essere stata scelta dalla NASA per la quattordicesima volta come foto astronomica del giorno (Astronomy Picture of The Day).
Questo segna un vero record per tutti gli astrofotografi italiani.
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Il programmatore e “cacciatore di comete” Ligustri ha realizzato l’immagine attraverso un telescopio mentre si trovava in New Messico ed è riuscito a fermare il tempo per un’istante. Il posto giusto e il momento giusto gli hanno permesso di ritrarre la cometa mentre si trova alla distanza di un’unità astronomica dalla Terra e a due dal Sole, durante il suo moto di avvicinamento alla nostra stella.
La foto ritrae la cometa mentre si sta avvicinando sempre di più al Sole (dal quale raggiungerà la distanza minima il prossimo 2 novembre), dopo aver vagato oltre l’orbita di Giove. Il 12 novembre la cometa sarà invece alla distanza minima dalla Terra, a sole 0,42 unità astronomiche e continuerà a viaggiare nello spazio incurante e invisibile ai nostri occhi e alla tecnologia.
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Ligustri ci ha lasciato un racconto visionabile sul sito dell’Unione astrofili italiani (Uai) e ci fa sapere di aver iniziato ad osservare il cielo nel 1973, ma di essersi innamorato nel 1986 con il passaggio della cometa di Halley. Questo è stato il primo corpo celeste che ha seguito fotograficamente. Con il passare del tempo, il suo interesse si è amplificato con la scoperta del mondo dei telescopi remoti. Con quelli è riuscito a perfezionare la tecnica e, scatto dopo scatto, è arrivato all’attuale traguardo di 14 Apod. “Dopo tanti anni”, ammette, “le comete sono i soggetti che amo di più”.
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