Una legge del Texas impedisce ai social di censurare gli utenti per le loro opinioni, anche offline.
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Il Congresso Statale del Texas ha approvato una legge che impedisce ai social network di espellere un utente, censurare o demonetizzare i suoi contenuti, sulla sola base delle opinioni espresse, sia online che offline.
Per i servizi web
La legge ha come in codice HB 20 e obbliga le piattaforme social a rivelare come promuovono o moderano i contenuti; dunque redigere dei report sulla trasparenza diventa obbligo di legge per tutti (Facebook e Google già lo fanno di spontanea volontà). Nel caso in cui venisse rilevato un contenuto illegale, il tempo massimo per la revisione previsto dalla legge è di 48 ore. Queste disposizioni vengono applicate a tutti i servizi che permettono di comunicare e pubblicare contenuti quali: informazioni, commenti, messaggi e immagini.
Per la mail
Un paragrafo della legge è stato dedicato ai servizi di email, stabilendo che nessun fornitore può bloccare l’invio o la circolazione di un messaggio sulla base del suo contenuto. Nello specifico, i servizi di posta non possono filtrare, bloccare o moderare alcun tipo di messaggio a meno che non si tratti di spam, malware, oscenità o contenuti illegali.
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L’obbligo però vale solo per le piattaforme con oltre 50 milioni di utenti. Sono esentati i provider e i siti d’informazione o intrattenimento. Per gli inadempienti, è prevista una causa civile con conseguenze non ancora chiare.
Una legge simile è stata già approvata in Brasile dal presidente Jair Bolsonaro, mentre è stata approvata e in seguito bocciata in Florida, stato a maggioranza repubblicana come il Texas. Il motivo dell’abrogazione è perché la proposta di legge violava lo stesso Primo Emendamento della Costituzione che sancisce la libertà di parola. Per la corte, il testo obbligava le piattaforme a tenere online contenuti che violavano i loro standard.
L’idea dietro la legge è sempre la medesima: intervenire sulla libertà di opinione in rete e reprimere la tendenza dei social a rimuovere e oscurare post e contenuti che tecnicamente non sono illegali, ma possono invece essere frutto di un libero e democratico dibattito.
I due principali ostacoli della legge
- La moderazione dei contenuti sui social è regolata da una legge federale, la Sezione 230 del Communications Decency Act.
- Il primo emendamento riconosce questo diritto anche in chiave negativa.
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Il governatore texano Greg Abbott il 9 settembre ha pubblicato un Tweet in cui ha scritto a chiare lettere che “il Partito Repubblicano si impegnerà sempre a difendere la libertà di parola in Texas”. Ha inoltre aggiunto che “questa legge proteggerà i texani da una ingiusta censura dei social media”.
La foto pubblicata sul post rappresenta i membri del partito che hanno scelto di aderire e di firmare l’iniziativa contro il ban dei social.