Parler, il social network di “libertà di parola” rimosso da Apple e Google

Il social network di “libertà di parola” Parler è stato cancellato dal Google Play Store e da App Store a causa della non rimozione di “contenuti eclatanti”. Era popolare tra i conservatori e gli ambienti di estrema destra americana

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Parler, social network nato nel 2018, fondato sulla “libertà di parola” – MeteoWeek.com

Parler è offline. Pochi giorni fa è finito letteralmente nel mirino di Google, Apple e Amazon, che hanno deciso di bandirlo a causa dei contenuti controversi visibili in esso. A tutti gli effetti era un social network, anzi un “Free Speech Social Network” (social network di libertà di parola). Una porzione significativa degli utenti di Parler è composta da sostenitori di Donald Trump, conservatori, teorici della cospirazione ed estremisti di destra. Sebbene esso si definisca un social media imparziale, Google ha affermato di aver agito in questo modo in quanto l’app non avrebbe rimosso centinaia di post che incitano alla violenza.

L’amministratore delegato di Parler John Matze ha dichiarato: “Non cediamo alle aziende politicamente corrette e agli autoritari che odiano la libertà di parola!“. Lanciato nel 2018, è stato per ben due anni un ritrovo importante per molte persone che hanno spesso accusato Twitter e Facebook di censurare ingiustamente le loro opinioni. Sebbene lo stesso Trump non sia un utente, la piattaforma presenta diverse personalità di alto profilo come il senatore del Texas Ted Cruz, il quale vanta 4,9 milioni di follower. Meglio di lui ha fatto il conduttore di Fox News Sean Hannity, con circa sette milioni. Per un piccolo lasso di tempo Parler era addirittura risultata l’app più scaricata negli Stati Uniti dopo le elezioni. Tuttavia, sia Apple che Google hanno affermato che essa non è conforme ai requisiti di moderazione dei contenuti.

Un’azione giusta?

Quando le principali piattaforme hanno iniziato a prendere provvedimenti contro le teorie del complotto virale e la disinformazione all’indomani del voto presidenziale degli Stati Uniti, l’app è diventata più popolare tra gli elementi della frangia di estrema destra sebbene lo fosse da sempre, ma in misura minore. Ciò ha trasformato la rete in una camera d’eco di destra, quasi interamente popolata da utenti fissati su esempi rivelatori di frode elettorale e di messaggi a sostegno dei tentativi di ribaltare il risultato delle elezioni. Nei giorni precedenti le rivolte del Campidoglio i toni della discussione sull’app sono diventati significativamente più violenti, con alcuni utenti che discutevano apertamente di soluzioni per fermare la certificazione della vittoria di Joe Biden da parte del Congresso.

Accuse infondate e denunce diffamatorie nei confronti di alte cariche dello stato – come il presidente della Corte Suprema John Roberts e il vicepresidente Mike Pence – erano diventate all’ordine del giorno. Google e Apple stanno quindi prendendo le misure necessarie per garantire che la retorica violenta non venga promossa sulle loro piattaforme. Tuttavia, per i sostenitori della libertà di parola e di espressione sulle piattaforme online, queste misure rappresentano un altro esempio di azione severa da parte delle principali aziende tecnologiche, che minaccia l’effettiva libertà di Internet. Questo è un dibattito tortuoso che va avanti da anni e sarà difficile trovare una soluzione adatta a tutti nel breve termine.

L’idea dei big

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Il “feed” di notizie di Parler – MeteoWeek.com | fonte: BBC

In una dichiarazione, Google ha confermato di aver sospeso Parler dal suo Play Store, affermando: “Le nostre norme di vecchia data richiedono che le app che visualizzano contenuti generati dagli utenti abbiano politiche di moderazione e applicazioni che rimuovano contenuti eclatanti, come i post che incitano alla violenza. Alla luce di questa minaccia continua e urgente per la sicurezza pubblica, sospenderemo queste app dal Play Store finché non risolveranno questi problemi“.

Apple ha osservato come Parler possa essere stata utilizzata per pianificare, coordinare e facilitare gli attacchi al Campidoglio degli Stati Uniti del 6 gennaio. Tuttavia, Matze ha detto che Parler “non ha modo di organizzare nulla” e ha sottolineato che, a quel fine, sono stati “utilizzati” i gruppi e gli eventi di Facebook. Ma Apple ha dichiarato: “La nostra indagine ha rilevato che Parler non sta effettivamente moderando e rimuovendo contenuti che incoraggiano attività illegali e rappresentano un serio rischio per la salute e la sicurezza degli utenti. […] Non distribuiremo app che presentano contenuti pericolosi e dannosi“.


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Ma non è l’unico “blocco”

Anche YouTube ha deciso di muoversi, rimuovendo il canale “War Room”, dell’ex collaboratore della Casa Bianca Steve Bannon, il quale aveva più di 300.000 iscritti. L’azione è stata presa poco dopo la pubblicazione di un’intervista con l’avvocato personale di Donald Trump, Rudy Giuliani, nella quale vengono incolpati i democratici per i disordini avvenuti mercoledì scorso a Capitol Hill. “Qualsiasi canale che pubblichi nuovi video con contenuti fuorvianti riceverà un avvertimento, ovvero una sanzione che limita temporaneamente il caricamento di contenuti o il live streaming. I canali che riceveranno tre avvertimenti in un periodo di 90 giorni verranno definitivamente rimossi da YouTube“, ha affermato la società, aggiungendo: “Conformemente al nostro sistema di avvertimenti, abbiamo chiuso il canale di Steve Bannon War Room e un canale associato per violazione ripetuta delle nostre norme della community“.