Lo stop dei matrimoni si è trasformato in un parcheggio ad ore con disco orario: ecco come saranno per ora i matrimoni dell’era Covid-19
Quanti matrimoni sono stati rimandati nel 2020, a causa del Covid-19? Un anno intero a prepararlo alla perfezione, organizzarlo minuto per minuto, scegliere il vestito giusto, assaggiare menù, inviare le partecipazioni, pagare in anticipo location e bomboniere. Per poi rimanere chiusi in casa e rimandare tutto. Tutti conosciamo qualcuno che si è trovato davanti a questo scenario.
Ma ora, con tamponi e Green Pass, le cose stanno prendendo una piega davvero diversa.
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Il Green Pass: ora ai matrimoni si potrà partecipare solo se muniti
La variante Delta, l’ennesima sorpresa del nostro arci nemico Coronavirus, aumenta sempre più i contagi, soprattutto ora che l’estate ha urlato una sorta di “tana libera tutti”. E in queste condizioni, per evitare un ritorno alle chiusure, proprio nel periodo estivo che permette a diversi lavoratori di settori marittimi di poter lavorare un po’ di più, il governo ha deciso a partire da venerdì 6 agosto, di estenderne l’obbligo (oggi limitato alle residenze per anziani, alle sale d’attesa dei pronto soccorso, ai reparti ospedalieri per far visita ai familiari ricoverati e alle feste di matrimonio) consentendo solo a chi è immunizzato o ha un tampone negativo l’ingresso nei luoghi più affollati. Soprattutto al chiuso.
Quindi se non avete il Green Pass, mangerete fuori. Senza offesa. Non solo. Il governo ha deciso di ampliare la platea delle attività e dei servizi in cui è obbligatorio il certificato verde, includendo da settembre i trasporti a lunga percorrenza e il personale della scuola.
Ma per i matrimoni?
Il certificato verde è infatti diventato obbligatorio se si partecipa in questo periodo ad un matrimonio, sia per gli invitati che per gli stessi sposi, esclusi solo i bambini fino ai 6 anni e lo staff organizzativo, dai parrucchieri ai camerieri che dovranno però misurare la temperatura corporea e indossare la mascherina, sia all’interno che all’esterno dei locali. A volte, sarà necessario e richiesto anche un tampone, ma questo sta agli sposi deciderlo.
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Ma tutte queste accortezze possono fare lievitare anche di molto i costi, già alti, per i promessi sposi, che hanno sborsato cifre astronomiche per pagare ristorante, fotografo ecc.
Se infatti alla cerimonia si dovessero presentare ospiti non vaccinati, l’alternativa per attestare la loro negatività al covid, è eseguire un tampone 48 ore prima della cerimonia. E a farsi carico della relativa spesa, per dovere di ospitalità, è frequente che siano gli sposi.
Se non si è muniti neanche di quello, allora sorry, ma le porte della chiesa per questi invitati resteranno chiuse. Oltre a questi costi, c’è anche la predisposizione della “wedding bag anticontagio”, che è quest’anno uno dei regali più gettonati da offrire agli invitati.
In cosa consiste? In una piccola borsa di stoffa, con all’interno mascherine chirurgiche “da festa”, gel mani igienizzante per le mani, salviette umide, un test sierologico da fare a casa e tanto altro, tutte legato alla pandemia.
Insomma, oltre alle solite spese, ora anche quelle legate ai contagi sembrano alzare la posta, di uno dei settori più costosi.