Afghanistan, bloccati tutti i social: migliaia di profili resi inattivi

La sanguinosa guerra sta riportando l’Afghanistan al medioevo. Dai social testimonianze raccapriccianti sul “reazionismo” talebano: frustate a chi indossa abiti occidentali (anche dei semplici jeans), percosse ai collaboratori delle ONG, l’esecuzione a colpi di arma da fuoco di chi sventola la bandiera afgana.

Le prese di posizione dei social riguardo alla guerra in Afghanistan - MeteoWeek.com
Le prese di posizione dei social riguardo alla guerra in Afghanistan – MeteoWeek.com

Testimonianze agghiaccianti sulle donne, molte delle quali spedite in Waziristan, una regione montagnosa del Pakistan confinante con l’Afghanistan, in una sorta di rieducazione coatta all’Islam, a suon di abusi sessuali. Sdegno e preoccupazione, i social, da parte loro, sono tutti compatti nel cercare di difendere i propri utenti dai terroristi talebani.

Facebook, Twitter, LinkedIn e pure Clubhouse: le contromosse ai talebani

Blocchi, pop-up e quant'altro, social scherati sulla guerra in Afghanistan - MeteoWeek.com
Blocchi, pop-up e quant’altro, social scherati sulla guerra in Afghanistan – MeteoWeek.com

Facebook ha temporaneamente rimosso la possibilità di visualizzare o cercare gli elenchi di amici degli account in Afghanistan. Solo chi ha già accettato l’amicizia sulla piattaforma potrà vedere cosa viene pubblicato. Chi non è amico non sarà in grado di guardare, scaricare o condividere foto di quel determinato profilo (bloccato), nemmeno vedere i post nella cronologia. Non solo. “Stiamo lanciando avvisi pop-up in Afghanistan con passaggi specifici su come proteggere il proprio account”, spiega Nathaniel Gleicher, capo della politica di sicurezza del social di cui Mark Zuckerberg è CEO, per quanto riguarda Instagram. “Facebook sta lavorando a stretto contatto con le nostre controparti nell’industria, nella società civile e nel governo – chiosa Nathaniel Gleicher – per fornire tutto il supporto possibile per aiutare a proteggere le persone”. Una dichiarazione diffusa nei giorni scorsi da Facebook ribadiva che sulla sua piattaforma – come su WhatsApp e Instagram – è messo al bando qualsiasi contenuto che possa esaltare, sostenere o rappresentare i talebani.

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Anche Twitter, finito un po’ troppo sotto esame per la sua gestione dei contenuti relativi ai talebani, si è esposto: “La situazione in Afghanistan è in evoluzione – dice un portavoce alla BBC – priorità assoluta alla sicurezza delle persone. Stiamo assistendo a persone nel paese che utilizzano Twitter per cercare aiuto e assistenza. Restiamo vigili”. Secondo le sue regole, il social dell’Uccellino californiano non ammette gruppi che promuovono il terrorismo o la violenza contro i civili.

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LinkedIn, dal canto suoi, ha temporaneamente nascosto le connessioni dei suoi utenti in Afghanistan in modo che altri utenti non possano vederli. In una dichiarazione inviata via e-mail alla BBC, un portavoce di una società di LinkedIn ha dichiarato: “Il nostro team sta monitorando da vicino le conversazioni sugli sviluppi in Afghanistan “per prendere dei provvedimenti su qualsiasi contenuto che non segue le nostre politiche della comunità professionale. Abbiamo anche adottato alcune misure temporanee, inclusa la limitazione della visibilità delle connessioni per i nostri membri nel paese”.

Dulcis in fundo, il rampante ClubHouse. Il più “piccolo” (data alla mano) dei social network che vanno per la maggiore, quello con chat audio, ad invito, creato da Paul Davison e Rohan Seth e lanciato nel 2020 dalla Alpha Exploration Co. ha annunciato su Twitter di stare apportando alcune modifiche alle impostazioni sulla privacy per gli utenti in Afghanistan. Nel particolare, Clubhouse nasconde la foto, la biografia e rende più difficile trovare nella ricerca soprattutto gli account che sono stati meno attivi.