Il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza ha scoperto e sequestrato 10 canali Telegram attivi nella commercializzazione di vaccini e Green Pass falsi. I canali in questione, che potevano già contare su migliaia di utenti iscritti, avevano un collegamento diretto con il Dark Web: i “clienti” venivano reindirizzati all’interno di siti anonimi in cui contattare i rivenditori e procurarsi attestazioni false
Un paio di mesi fa era emersa anche in Italia la notizia di una pericolosa rete di compravendita internazionale di false attestazioni per vaccini e altri documenti sanitari nel Dark Web. Una pratica davvero pericolosa, tramite la quale diversi “clienti” hanno potuto godere di spostamenti pressoché illimitati, tra le diverse zone arancionie rosse o addirittura all’estero, semplicemente mostrando un certificato di vaccino o di tampone negativo solo all’apparenza veritiero.
Il Dark Web è un luogo dell’Internet a dir poco sconfinato, meta ideale per diverse attività criminali data la sua natura “nascosta” rispetto al Web da noi conosciuto. E sembra proprio che la piaga delle attestazioni false in materia sanitaria nell’Internet dell’oscuro non si sia ancora estinta, come dimostrato dalla recente scoperta della Guardia di Finanza.
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Nei giorni scorsi il il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza ha sventato una pericolosa rete di vendita di certificati vaccinali e Green Pass del tutto falsi. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco, e dai pm Bianca Maria Baj Macario e Maura Ripamonti.
La complessa attività criminale prevedeva una stretta connessione tra alcuni canali Telegram e il Dark Web. I canali in questione (per la precisione sono 10 in tutto quelli sequestrati) commercializzavano e promuovevano la vendita di falsi vaccini e Green Pass, reindirizzando i clienti a spazi specifici del Dark Web in cui contattare in maniera del tutto anonima i rivenditori.
Per l’acquisto i rivenditori richiedevano il pagamento in criptovalute, e ai clienti veniva anche offerto un pacchetto “all-inclusive” comprensivo di spedizione completamente anonima, tracciabilità, imballaggio a temperatura refrigerata e certificazione di avvenuta somministrazione del vaccino. Il prezzo di questi pacchetti variava dai 110 ai 130 euro e il pubblico di clienti interessati poteva già contare su oltre un migliaio di utenti: i potenziali clienti stimati dalla GdF però è ben più alto e il business sarebbe potuto crescere ulteriormente.
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Per quanto riguarda invece i Green Pass, a detta dei rivenditori venivano spediti anche all’estero, e in particolare in Svizzera, Stati Uniti e Gran Bretagna. Tali Green Pass riportavano i dati identificativi (falsi) del vaccinato, così come il QR code e il numero di lotto della prima e della seconda dose.
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