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L’Italia pensa ai treni a levitazione magnetica: stretto un accordo per la tecnologia Magrail

La RFI ha stipulato un accordo con la società tecnologica Nevomo per verificare la fattibilità e avviare la realizzazione di treni a levitazione magnetica Magrail

Con un comunicato stampa, Rete Ferroviaria Italiana (RFI) ha annunciato di star valutando una soluzione per un futuro con treni a levitazione magnetica. Il tutto viaggiando sull’infrastruttura già esistente – quindi senza andare a modificare le caratteristiche principali delle linee ferroviarie – e ad una velocità quasi doppia rispetto a quella attuale. A tal fine, tramite il suo amministratore delegato Vera Fiorani, RFI annuncia di aver siglato un memorandum d’intesa con la società tecnologica polacco-svizzera Nevomo, rappresentata dal CEO Przemyslaw Paczek. Le società analizzeranno congiuntamente la fattibilità del progetto e, in seguito ad alcuni test, ne verificheranno l’effettiva realizzabilità.

Più precisamente, la tecnologia al vaglio di RFI e Nevomo si chiama Magrail e punta appunto a far coesistere i sistemi per la levitazione magnetica e l’infrastruttura esistente. Un sistema di trasporto innovativo e allo stesso tempo “economico”, in quanto permette di evitare la realizzazione di pesanti interventi sulle opere civili e i relativi investimenti. Chiaramente, mantenendo invariate le linee ferroviarie esistenti, la tecnologia Magrail consentirà il passaggio sulla stessa linea sia dei treni convenzionali sia dei nuovi veicoli a levitazione magnetica. Vediamo più nel dettaglio le sue caratteristiche.

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I treni a levitazione magnetica Magrail di RFI: caratteristiche

A livello di velocità, è impossibile paragonare Magrail al progetto Hyperloop, ovvero il treno superveloce a levitazione magnetica che promette di viaggiare fino a 1.200 km/h dal 2030, coprendo la tratta Milano-Roma in soli 30 minuti. Tuttavia, Hyperloop richiederebbe la realizzazione di una massiccia infrastruttura di gallerie, considerando che il suo segreto sarebbe il viaggiare all’interno di tunnel a bassa pressione, in modo da minimizzare l’attrito. I costi di un tale progetto sono quindi stellari e la sua fattibilità è messa sempre più in discussione giorno dopo giorno.

I treni Magrail, invece, potranno beneficiare di un aumento della velocità che potrebbero arrivare fino al 75% in più rispetto a quella attuale. Stando alle informazioni fornite da Nevomo sul proprio sito, sulle infrastrutture ferroviarie già esistenti i treni di nuova generazione potranno raggiungere una velocità fino a 550 km/h. Con appositi binari dedicati, non è escluso il raggiungimento dei 1.000 km/h.

Oltre ad avviare lo studio di fattibilità, Rete Ferroviaria Italiana e Nevomo chiederanno un finanziamento all’Unione Europea per la realizzazione di un vero e proprio progetto pilota sul circuito di prova di proprietà di RFI a Bologna San Donato. In caso di esito positivo del test, il tratto verrà sfruttato per compiere i processi di certificazione e omologazione necessari per consentire l’implementazione commerciale della tecnologia.

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Questa collaborazione con Nevomo è coerente alla strategia di RFI di guardare con attenzione alle sfide future, senza distogliere l’attenzione da quelle attuali. Oltre a lavorare per garantire i più elevati standard di efficienza e sicurezza su tutta la rete nazionale e a porsi in prima linea per connettere ancora di più l’Italia grazie alle risorse del PNRR e dei Fondi nazionali, RFI non tralascia di sondare le possibili nuove frontiere della mobilità sulle infrastrutture ferroviarie. Avendo fatto dell’innovazione tecnologica una delle sue priorità, anche come fattore abilitante verso uno sviluppo sempre più sostenibile delle proprie attività, RFI si propone come acceleratore per nuove tecnologie, gettando le basi per la mobilità del futuro. Una mobilità sempre più diffusa, integrata e green, a servizio del Paese” conclude la società nel suo comunicato.

Federico Mirra

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