L’esercito israeliano sta cercando di influenzare la narrativa sulla questione palestinese a colpi di video di soldatesse che ballano su TikTok
La propaganda social
L’influencer Fadeev usa da molto tempo i social per fare propaganda nazionalista: fa infatti parte di Alpha Gun Angels, un’agenzia di social media marketing israeliana specializzata in modelle che mostrano armi da fuoco.
Una sorta di pubblicità dove la donna oggetto sessualizza un’arma da fuoco.
E non è l’unica soldatessa isralieana dalle fattezza intriganti diventata virale per la sua propaganda: settimana scorsa Yael Deri, che nella sua bio dice di essere parte del battaglione Ta’oz dell’esercito israeliano, è diventata virale in modo controverso per un video di TikTok in cui, armata, fa il lipsynch di Harley Quinn in Suicide Squad che dice “What was that? I should kill everyone and escape?” che tradotto sarebbe “Che cosa dici? Dovrei uccidere tutti quanti e scappare?” .
Altri suoi video poi mostrano quelli che sembrano checkpoint militari.
Cosa ne pensa l’esercito israeliano?
Non è ancora ben chiaro quale sia la politica ufficiale dell’esercito israeliano su questo argomento: anche se l’IDF ha ufficialmente delle linee guida che proibiscono i “contenuti inappropriati su internet”, Deri è comparsa sull’account TikTok ufficiale dell’esercito e la sua pagina è ancora attiva.
Quindi lascia intendere che nessuno ha preso eventuali provvedimenti per fermare questa propaganda così particolare.
Si può quindi dire che le foto e i video sexy delle soldatesse israeliane siano a tutti gli effetti parte della strategia comunciativa dell’IDF.
L’esercito israeliano è molto bravo a comunicare su internet, sfrutta bene i trend, posta i meme, etc.
Un profilo diverso da quello che potremmo aspettarci.
Ha persino fatto un video ASMR in cui si sente il rumore di una pistola e di un soldato che si lucida gli stivali.
Questa strategia esiste dal 2008, quando Israele ha invaso Gaza e nel frattempo l’esercito pubblicava i video dei bombardamenti sul suo canale YouTube.
Come spiega Rebecca Stein, professoressa di Antropologia culturale alla Duke University e autrice di Digital Militarism: Israel’s Occupation in the Social Media Age, all’epoca l’esercito isralieano aveva bloccato l’accesso alla Striscia di Gaza, per cui l’unità social dell’IDF aveva “il pieno controllo della narrativa”. “Si consideravano dei pionieri nel linguaggio dei social media, e ciò per loro era importante”.
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Le soldatesse in bikini per valorizzare un punto?
Sulla sua pagina TikTok ufficicale, l’esercito israliano posta molto spesso video di belle soldatesse che fanno lip-synch di canzoni famose.
“Il rapporto tra l’iconografia militare israeliana e l’uso del corpo femminile come simbolo nazionalista ha una lunga storia”, spiega Stein.
“L’esercito isralieano lo usa oggi in modi nuovi appropriati alle necessità del mondo digitale”.
Il punto è proprio che tutti questi contenuti sexy sono un’esperienza disorientante per, ad esempio, un giovane utente internet non israeliano che magari altrimenti potrebbe avere simpatia per la Palestina. E soprattutto non si sposa con le leggi dettate da loro sistema governativo, molto restrittivo.
“Israele è una società molto militarista, quindi c’è ampio sostegno per questo tipo di uso dei social. Mentre ad esempio negli Stati Uniti i video di soldati che ballano non diventano virali allo stesso modo”, afferma Sophia Goodfriend, dottoranda in Antropologia culturale alla Duke University che vive a Gerusalemme.
L’account TikTok dell’IDF, lanciato nel 2020, ha già oltre 90mila follower ed è stato particolarmente attivo durante il rencente conflitto a Gaza, in parte perché la piattaforma in quei giorni era piena di video di persone che scappavano e di edifici che crollavano per i bombardamenti israeliani di persone che si rifugiavano nel sottoterra e di genitori che cercavano in tutti i modi di proteggere i propri figli.
Non contenuti vivaci, ma solo di guerra e distruzione. Davvero è necessario questo tipo di prodotti social per pubblicizzare una guerra che sembra non aver mai fine?
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La proliferazione di questo tipo di contenuti ha portato a una diffusione dell’attivismo pro-Palestina sulla piattoforma, dove l’hashtag #freepalestine ha ottenuto 6,5 miliardi di visualizzazioni.
Secondo Goodfriend, TikTok ha giocato un ruolo importante in questo conflitto e per questo motivo l’IDF ha risposto facendo uscire tantissimi video wholesome di soldatesse che ballano.
Ci sono comunque molte persone che apprezzano il patriottismo sionista delle soldatesse armate che ballano.
“Non vogliaamo vedere questi pagliacci”, dice un commento sotto un video di TikTok dell’esercito israeliano, sotto un video che mostra degli israeliani che fanno il gesto del cuore indicando il logo dell’IDF.
“Fateci vedere le belle ragazze coi fucili per favore”.
Signori, il 2021.