Roscosmos, agenzia spaziale russa, ha diramato i dettagli di quella che sarà la sua missione spaziale più ambiziosa: l’obiettivo è arrivare su Giove con un veicolo a propulsione nucleare entro il 2030. Il veicolo prende il nome di Zeus ed è paragonabile ad una specie di centrale nucleare mobile e renderebbe molto pià facili le missioni: per fare un paragone, permetterebbe ad un equipaggio di raggiungere Marte (andata e ritorno) in due anni anziché tre
Mentre i media internazionali sono concentrati sulle due missioni di Stati Uniti e Cina su Marte, rispettivamente tramite i due rover Perseverance e Zhurong, la comunità scientifica prosegue i propri studi e ricerche anche su altri fronti dell’astronomia. Uno dei pianeti d’interesse è Giove, la cui natura e distanza dalla Terra lo rende un potenziale punto d’approdo davvero complicato.
Quinto pianeta del Sistema Solare, al suo interno Giove è anche il pianeta più grande ed è classificato come un gigante gassoso. A causa della sua composizione molto simile al Sole, della sua atmosfera e dell’intenso campo gravitazionale, il pianeta è inospitale e le condizoni per ospitare vita sono state a più riprese smentite, nonostante in passato siano state avanzate alcune ipotesi.
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In merito a Giove è arrivato nei giorni scorsi un programma per raggiungere il pianeta. A progettare il tutto è la Russia, decisa a ritornare con forza nelle missioni spaziali ma con una grande novità. La Roscosmos, agenzia spaziale russa, sta studiando un veicolo a propulsione nucleare da portare proprio sull’atmosfera di Giove entro il 2030, tramite una tecnologia che dovrebbe garantire risultati molto più rapidi e soddisfacenti rispetto alle tecniche di mantenimento dell’energia oggi sfruttate.
In particolare, ad oggi i veicoli spaziali fanno uso principalmente di tre fonti di energia per potersi garantire forza propulsiva e sostentamento per il viaggio spaziale: l’energia solare, le batterie (litio oppure altra fonte) e le batterie nucleari. In alcuni casi viene utilizzato anche del semplice carburante.
L’innovazione promessa dalla Russia per il proprio futuro veicolo, denominato Zeus, introdurrebbe la possibilità di generare energia a partire da una piccola centrale nucleare, composta da un reattore da 500 kilowatt in funzione permanente. Per fare un esempio, sfruttando una tecnologia di questo tipo si potrebbe raggiungere Marte (con un carico di uomini e un equipaggiamento adeguato ad una prima colonizzazione), compiere la missione e tornare sulla Terra in un tempo pari a 2 anni. Le stime ad oggi invece parlano di oltre 3 anni. Il raggiungimento dell’atmosfera di Giove e lo svolgimento dell’intera missione richiederebbe invece all’incirca 4 anni.
La tecnologia a reattore nucleare dovrebbe poter garantire un enorme vantaggio: resistere e poter produrre energia anche nelle zone più fredde del Sistema Solare, laddove il buio e la lontananza dal Sole rendono impossibile la raccolta di energia da esso. Inoltre dovrebbe garantire un’affidabilità e una durata a lungo termine.
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Tra gli svantaggi ovviamente rientra il pericolo di utilizzo dell’energia nucleare, e in particolare del carburante: soltanto alcune tipologie, poco sicure, possono resistere alle altissime temperature di un reattore di questo tipo.
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