Il rover Perseverance, in missione su Marte, è riuscito ad estrarre ossigeno direttamente sulla superficie del pianeta rosso. L’esperimento andato a buon fine è stato condotto tramite una particolare apparecchiatura, il Moxie (Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment), grande tanto quanto un tostapane e in grado di separare atomi di ossigeno dall’atmosfera marziana, composta al 96% dal anidride carbonica
Le esplorazioni spaziali condotte nell’ambito del lancio e dell’arrivo di Perseverance su Marte ci stanno regalando di volta in volta nuove emozioni. L’avvenimento di qualche giorno fa, ossia il primo volo di Ingenuity, ha segnato uno step in avanti incredibile per l’umanità: è stato il primo volo condotto a distanza dall’essere umano su un pianeta extra-terrestre.
Il rover Perseverance è stato inviato su Marte allo scopo di studiare il misterioso e remoto passato del pianeta rosso. La scoperta di molecole organiche e della variabilità ciclica di metano sulla sua atmosfera ha dato l’input agli studiosi per ipotizzare la presenza (attuale o passata) di forme di vita semplici, a livello di microrganismi beninteso.
Nelle scorse ore è stato raggiunto un altro traguardo storico per l’umanità: per la prima volta è stato prodotto ossigeno in un pianeta extra-terrestre, spalancando le porte al futuro delle esplorazioni spaziali.
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Perseverance: lo strumento Moxie ha permesso di produrre ossigeno su Marte
La scoperta è epocale: lo strumento Moxie (Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment) ha permesso a Perseverance di produrre ossigeno respirabile su Marte, a partire dall’atmosfera estremamente ostile del pianeta rosso, composta al 96% da anidride carbonica e quindi impossibile per permettere la vita umana come la conosciamo noi.
Moxie è uno strumento grande tanto quanto un tostapane, e consente di separare atomi di ossigeno dalle molecole di anidride carbonica dell’atmosfera marziana, riscaldando il gas a temperature di circa 1470 gradi Fahrenheit e creando come sottoprodotto monossido di carbonio.
Il risultato, come detto sopra, è ossigeno respirabile: ne sono stati prodotti all’incirca cinque grammi, che tradotti in termini di utilità per un astronauta permetterebbero di respirare per circa 10 minuti. L’obiettivo di Moxie resta comunque l’arrivare a produrre fino a 10 grammi di ossigeno ogni ora.
Le strade aperte dall’esperimento
L’esperimento concluso con esito positivo da Moxie è stato un vero e proprio successo, e rappresenta una nuova pietra miliare nell’esplorazione dello spazio. Come affermato dalla NASA stessa, a capo del progetto: “Sebbene questa dimostrazione tecnologica sia appena iniziata, potrebbe aprire la via alla possibilità di trasformare la fantascienza in realtà”.
Come è lecito intuire, questa scoperta spalanca le porte al futuro delle esplorazioni non soltanto su Marte, ma anche su altri pianeti. Produrre ossigeno con questi strumenti consentirà agli astronauti di approdare sul suolo marziano e su quello di altri pianeti per condurre ricerche più dettagliate, vivendo in prima persona le varie missioni rese “vivibili” dall’ossigeno respirabile.
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Secondo la NASA, per portare quattro astronauti su Marte sono necessari 25 kg di ossigeno, una quantità impossibile da trasportare sul pianeta rosso: in tal senso sarà fondamentale quindi offrire un supporto direttamente sul pianeta di destinazione, tramite le future versioni di Moxie.