Dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, Facebook dichiara la non colpevolezza legata all’attacco.
Il 6 gennaio scorso, a ridosso con le presidenziali e l’uscita di Donald Trump dalla politica americana, c’è chi ha pregato anni per questo, l’America ha assistito all’episodio più vergognoso di sempre, che ha reso agli occhi del mondo il grande stato debole e in mano ad un uomo il cui ego supera di gran lunga l’intelligenza.
Sono quattro le persone morte durante l’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti da parte dei sostenitori dell’ex presidente Donald Trump.
Tra le vittime, la donna colpita dalla polizia e morta in seguito alle ferite d’arma da fuoco riportate, e altre tre persone decedute per emergenze e complicazioni mediche.
Tutto, per l’idea politica a cui Joe Biden ha avuto da ridire :
“La nostra democrazia è sotto un assalto e una minaccia senza precedenti. Le parole di Presidente contano: nel caso migliore ispirano. Nel caso peggiore istigano. Il Presidente Donald Trump si faccia avanti, vada in tv e fermi questo assedio”.
Quello che è accaduto a Washington è una situazione senza precedenti, che ha scosso il mondo intero.
Per chi avesse rimosso, un grruppi di manifestanti pro Trump vestiti da pagliacci (in senso metaforico) hanno fatto irruzione, alcuni armati, all’interno del complesso di Capitol Hill, dove il Congresso era riunito per certificare l’elezione di Joe Biden.
All’esterno e all’interno del Campidoglio è successo di tutto: scontri, spari, lancio di lacrimogeni.
Trump non ha parlato in tv ma è intervenuto sui social ( tra cui Twitter e Facebook) per invitare i manifestanti ad andare a casa, ma dando esplicitamente loro ragione, ribadendo ancora una volta le false accuse di una elezione nella quale gli è stata rubata la vittoria.
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Come conseguenza, in una mossa senza precedenti, Facebook e Twitter hanno bloccato gli account del presidente uscente.
Twitter ha bloccato il suo account per 12 ore, e lo ha minacciato di un blocco permanente se infrangerà nuovamente le regole. Facebook lo ha sospeso per 24 ore.
Le due piattaforme, così come YouTube, hanno inoltre rimosso un breve video che il tycoon ha pubblicato qualche giorno dopo in cui esortava i suoi sostenitori che hanno preso d’assalto il Campidoglio degli Stati Uniti a «tornare a casa» mentre, allo stesso tempo, ripeteva false accuse riguardo alle elezioni presidenziali.
Da allora, Facebook è stato accusato di negligenza per non aver bloccato prima le incitazioni d’odio, andate avanti per mesi prima dell’assalto.
Per redimersi, ha però aiutato l’FBI a riconoscere tramite profili personali, il gruppo che ha fatto irruzione al Campidoglio.
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Facebook non è responsabile dell’attacco al Campidoglio del 6 gennaio, e lo dimostra dall’accaduto fino ad ora, con una testimonianza di Mark Zuckerberg, che si presenta virtualmente al Congresso e nega che il suo social abbia responsabilità su quanto accaduto:
“la responsabilità è di chi ha agito e infranto la legge“.
Zuckerberg difende quindi Facebook dall’accusa che il suo modello di business rafforzi i discorsi provocatori ed estremisti.
“Non è accurato. Ritengo che la divisione che vediamo oggi” nel paese “sia il risultato del contesto politico e dei media“, ha spiegato ammettendo comunque che Facebook può fare di più nel moderare i contenuti.
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