Informatica

Lenovo lancia il progetto “RiavviaMi”: un aiuto per gli studenti in DAD

Nella città di Milano, Lenovo lancia il progetto RiavviaMi: PC e smartphone ricondizionati per aiutare le famiglie bisognose e gli studenti milanesi in difficoltà con la DAD

La home page del progetto RiavviaMi – MeteoWeek.com

È di grande rilievo l’iniziativa presentata qualche giorno fa da Lenovo: la multinazionale cinese ha infatti lanciato il progetto “RiavviaMi”, finalizzato a fornire computer e smartphone ricondizionati alle famiglie più bisognose della città e dell’area metropolitana di Milano. Esso nasce in collaborazione con il comune di Milano e l’associazione Energie Sociali Jesurum, e può rivelarsi un importante aiuto per molti studenti che stanno riscontrando difficoltà con la didattica a distanza.
L’iniziativa è infatti rivolta in particolare agli studenti tra i 14 e i 18 anni che non hanno la possibilità di seguire le lezioni a distanza per la mancanza di strumenti elettronici adeguati.

Ma in cosa consiste RiavviaMi? L’idea di Lenovo è quella di raccogliere fino a 5.000 dispositivi – donati da privati cittadini e aziende – e ricondizionarli, in modo da essere riutilizzabili e garantire un buon livello di efficienza. Più in particolare, l’azienda chiede dei PC Lenovo e degli smartphone Motorola da ricondizionare e ridistribuire.
Per il progetto RiavviaMi la Lenovo Foundation ha messo a disposizione 50.000 euro, utili per individuare e realizzare gli interventi sui dispositivi che possono essere donati da tutti i cittadini di Milano e dei 10 comuni dell’area metropolitana che hanno deciso di partecipare. Chi volesse partecipare può registrarsi all’indirizzo www.lenovo-riavviami.it.

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Lenovo e il progetto RiavviaMi: come funziona?

Una volta aderito al progetto, Lenovo si occuperà del ritiro del dispositivo e invierà un buono sconto del 15% per l’acquisto di un nuovo dispositivo a marchio Lenovo o Motorola. Sarà anche possibile, compatibilmente con i protocolli sanitari, consegnare i dispositivi direttamente presso Spazio Lenovo, sito in Corso Giacomo Matteotti 10. La multinazionale cinese si occuperà ovviamente di coprire tutti i costi relativi al ritiro dei dispositivi e del loro ricondizionamento; qualora i dispositivi non siano in condizioni tali da poter essere riutilizzati, verranno destinati allo smaltimento. Una volta completato il ricondizionamento, Lenovo donerà i dispositivi alle famiglie individuate come bisognose. A tal fine ha “dato una mano” anche il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, il quale aveva già lanciato un appello per permettere a tutti di avere uguali possibilità.

Un’iniziativa dal forte valore sociale

Spazio Lenovo, l’esclusivo punto vendita della multinazionale cinese sito in Corso Giacomo Matteotti a Milano – MeteoWeek.com

Come detto prima, uno dei cuori del progetto RiavviaMi è Spazio Lenovo, il principale negozio della multinazionale cinese nella città meneghina. Esso, inaugurato nel settembre 2020, è stato pensato per essere non solo un punto vendita, ma un punto di aggregazione, come confermato da Luca Rossi, Senior Vice President di Lenovo. “Col sindaco Sala abbiamo parlato di come questo spazio potesse essere utile alla società. E quando lui qualche mese fa ha fatto un appello per unire le forze tra il pubblico e il privato per vedere come contribuire alla società in emergenza ci è venuta l’idea. Considerando che la Lombardia è la regione con il maggior numero di studenti in DAD, abbiamo pensato ad un’iniziativa dove al centro c’è la tecnologia, a destra l’inclusione sociale e la riduzione del digital divide e a sinistra l’ecologia e l’economia circolare”.

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In effetti, RiavviaMi rappresenta anche una delle tante idee con cui combattere il digital divide. Sempre Rossi, infatti – come riportato dal Corriere della Sera -, afferma: “Il tema ci è molto caro e al posto di migliorare, a causa del Covid, da un certo punto di viste le cose sono peggiorate. Soprattutto se si pensa che in Italia ci sono più di un milione di ragazzi senza PC. Se non facciamo qualcosa per quella fascia di ragazzi avremmo un grande problema di pari opportunità. I bambini hanno molto tempo per recuperare una volta finita l’emergenza, ma i ragazzi tra i 14 e i 18 anni stanno perdendo del tempo prezioso, perché poi la società li proietterà nel mondo del lavoro molto velocemente. Essere esclusi dalla didattica in questo momento è impattante per il loro futuro. Per questo abbiamo deciso di concentrarci su questa fascia”.

Federico Mirra

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Federico Mirra

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