Anche le vetture a conduzioni automatica possono essere aggredite dagli hacker. L’allerta è lanciata dall’agenzia europea Enisa, che parla anche dei pericoli per pedoni e passeggeri.
Nelle auto del futuro, alcune anche del presente, la rimozione del guidatore è destinata a ridurre notevolmente gli incidenti stradali ma sottoporrà passeggeri e pedoni ad una serie di nuovi rischi.
La macchina si fermerà a far passare un pedone distratto? proteggerà anche il passeggero in caso di incidente?
E’ quanto sottolinea l’Agenzia dell’Unione Europea per la cybersicurezza, Enisa, nel rapporto sui rischi legati all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (AI) nei veicoli a guida autonoma pubblicato in questi giorni.
I sistemi di AI dei veicoli, come tutti i sistemi IT, sottolinea l’Enisa, sono vulnerabili ad attacchi informatici che possono comprometterne il funzionamento.
Al di là dei rischi causati da malfunzionamenti, che sono all’ordine del giorno in qualsiasi oggetto.
Basti pensare al frigorifero che gela in un’ora, allo smartwatch che si blocca, alla lavatrice che smette di funzionare.
Il veicolo poi, come sappiamo, ha bisogno di costante manutenzione, che sia dal motore alla scheda madre del navigatore, alle ruote.
I malfunzionamenti durante la guida automatica, non sono e non devono essere trascurabili.
Questi sistemi sono anche vulnerabili ad attacchi intenzionali con lo specifico obiettivo di sabotarne le funzioni.
Stando al rapporto, inoltre, l’aggiunta di vernice sul manto stradale o l’applicazione di adesivi su di un cartello per prevenirne il riconoscimento possono spingere il sistema a classificare informazioni errate e di conseguenza indurre il veicolo a comportarsi in maniera pericolosa.
Questi attacchi intenzionali – così come i malfunzionamenti non intenzionali – possono portare il sistema di intelligenza artificiale che guida il veicolo autonomo a classificare erroneamente gli oggetti lungo il percorso e a determinarne un comportamento imprevedibile e potenzialmente pericoloso per passeggeri, altri mezzi e pedoni.
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“Quando un mezzo insicuro a guida autonoma attraversa i confini di uno stato membro dell’Ue – ha osservato Juhan Lepassaar direttore dell’Enisa – porta con sé tutti i suoi rischi. La sicurezza non dovrebbe essere un pensiero collaterale, ma dovrebbe essere il prerequisito per un utilizzo credibile ed affidabile di questi prodotti nelle strade europee”.
E’ quindi giusto riporre tutta la nostra fiducia in un’intelligenza artificiale su strada? Affidarci totalmente ad un veicolo che potrebbe incontrare un incidente o addirittura crearne uno a causa di un malfunzionamento?
Tra le raccomandazioni formulate nel rapporto, la manutenzione regolare dei componenti con controlli ciclici di sicurezza, la ricerca continua nelle cause accidentali e volontarie dei rischi e la creazione di un set di norme apposite per la gestione di tutta filiera produttiva del settore.
Non c’è da stupirsi: se un normale veicolo ha bisogno di controlli periodici, questo dall’intelligenza elevata ne avrà bisogno il doppio.
Infine la richiesta al settore dell’automotive di rinforzare la preparazione nella capacità di gestione ed intervento in eventuali emergenze nel caso di violazione della cybersecurity dei loro prodotti.
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