Con l’ultimo aggiornamento della MIUI, Xiaomi ha bloccato definitivamente l’installazione delle app di Google sui dispositivi destinati al mercato cinese. Un nuovo atto della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina?
È ufficiale: da ieri, martedì 2 febbraio, i possessori di dispositivi Xiaomi destinati al mercato cinese non potranno più installare su di essi i cosiddetti GMS (Google Mobile Services), ovvero le app di Google. In realtà, in Cina i GMS sono già bloccati da tempo sulla maggior parte degli smartphone, a causa della serrata guerra commerciale in atto contro gli Stati Uniti. Una sorta di blocco “al contrario”, date le grandi restrizioni imposte dagli USA durante la presidenza Trump ad alcuni colossi tecnologici cinesi come Huawei, ZTE, DJI e la stessa Xiaomi.
Come risaputo, le prime tre aziende appena menzionate sono state introdotte nella cosiddetta “Entity List” del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, in quanto considerate tra quelle che “rischiano di intraprendere attività contrarie alla sicurezza o agli interessi di politica estera degli Stati Uniti”. Xiaomi è invece stata inserita nella “blacklist” stilata dal Dipartimento della Difesa, nella quale vengono inserite le “Communist Chinese military companies” ovvero le società che – secondo il governo USA – avrebbero in atto collaborazioni con l’esercito cinese. In seguito a questa decisione, Xiaomi ha mostrato l’intenzione di fare causa al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e al Dipartimento del Tesoro statunitense, proprio per essere stata definita una “compagnia militare cinese”.
Date queste continue tensioni, in molti si chiedono quale sarà la linea che il nuovo presidente Joe Biden deciderà di adottare a riguardo.
Ma torniamo al blocco delle app e dei servizi di Google da parte di Xiaomi in Cina: la stessa azienda con sede a Pechino ha confermato la decisione presa e, al momento, non ha rilasciato ulteriori dichiarazioni. Naturalmente per gli utenti europei e di tutto il resto del mondo non cambia nulla: i GMS sono disponibili e scaricabili tranquillamente su tutti i dispositivi Xiaomi.
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Va tuttavia specificata una cosa: come detto all’inizio, in Cina i GMS sono già bloccati da tempo sulla maggior parte degli smartphone. Tuttavia, grazie a delle app di terze parti, risultava piuttosto facile anche per gli utenti cinesi installare i servizi di Google, almeno fino all’aggiornamento di ieri della MIUI, il 12.5. Per chi non lo sapesse, la MIUI è il ROM per smartphone e tablet sviluppato da Xiaomi, basato su Android.
Come riportato da Gizchina, Xiaomi non ha divulgato l’elenco dei modelli interessati da questa modifica della policy: tuttavia, alcuni utenti cinesi possessori del Redmi K30 Ultra e del Redmi 10X 5G hanno confermato di non essere più in grado di installare le app Google.
Come riportato da Hardware Upgrade, Xiaomi aveva ricevuto molte critiche in Cina a causa di una sorta di “presa in giro” nei confronti del rivale connazionale Huawei. Nell’aprile dello scorso anno Xiaomi aveva infatti deciso di fare apparire in bella vista sulla scatola del suo nuovo Mi 10 Pro la dicitura “Con accesso semplice alle applicazioni Google che utilizzi più spesso“. Il riferimento alla non possibilità da parte dei possessori di dispositivi Huawei di poter usufruire dei GMS è palese, e a molti è sembrato un modo per screditare l’azienda concorrente durante il momento di grande difficoltà che stava attraversando. Insomma, una soluzione per guadagnare quote di mercato. Chi lo avrebbe mai detto che – neanche un anno dopo questi fatti – proprio Xiaomi avrebbe deciso di bloccare e di rinunciare a quelle app e servizi di cui in un certo senso si vantava?
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