Parler torna online, ma soltanto sul proprio sito web e in forma ridotta, con pochi ma emblematici messaggi. Il fondatore annuncia il ripristino completo della piattaforma entro fine mese, ma su App Store e Play Store rimane bandita
Quello del social network Parler è diventato ormai un caso che ha scatenato opinioni diverse e contrastanti. Sono ormai passati 10 giorni dalla sua chiusura, dovuta alla presenza di centinaia di post che incitavano alla violenza. Parler si è sempre definito un “Free Speech Social Network” (social network di libertà di parola), ma per i colossi della tecnologia e dei social network si è spinto “un po’ oltre”, motivo per il quale la piattaforma è stata completamente messa fuori gioco o offline, per utilizzare un termine di stampo social. Google ed Apple hanno infatti optato per la linea dura, bandendo l’app dai propri store di applicazioni, ed anche il sito web è stato oscurato.
È noto che Parler era sempre più diventato – con il passare del tempo – una sorta di camera d’eco di destra, in quanto la maggioranza degli utenti del social network era composta da sostenitori di Donald Trump, conservatori, teorici della cospirazione ed estremisti di destra. Le critiche relative alla scelta di “bloccare” Parler non riguardavano i contenuti presenti in esso (alcuni erano di indubbia violenza e intrisi di accuse diffamatorie anche nei confronti di alte cariche dello Stato), ma l’impossibilità di poter esercitare la libertà di parola e di espressione sulle piattaforme online. Questo fatto – insieme alla sospensione definitiva dell’account Twitter del presidente uscente Donald Trump – ha fatto tornare di attualità una questione tortuosa, sulla quale si discute da anni e per la quale sarà molto difficile trovare una soluzione che “metta tutti d’accordo”.
Intanto, un passo in questa direzione sembra essere stato compiuto. Nella giornata di domenica, 17 dicembre, Parler è tornato online – seppur soltanto sul proprio sito web –, in forma ridotta. Infatti, visitando il sito, compaiono soltanto 4 messaggi, oltre ad un avviso indicante delle “difficoltà tecniche”.
In realtà, anche le “difficoltà tecniche” risultano essere un vero e proprio messaggio, in quanto l’avviso recita: “Ora sembra il momento giusto per ricordare a tutti voi, amanti (di Parler, n.d.r.) e haters, perché abbiamo creato questa piattaforma. Riteniamo che la privacy sia fondamentale e la libertà di parola essenziale, soprattutto sui social media. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di fornire una piazza pubblica apartitica dove le persone possano godere ed esercitare i propri diritti su entrambi. Risolveremo qualsiasi sfida che ci attende e prevediamo di ridare presto il benvenuto a tutti voi. Non lasceremo che il discorso civile perisca!”.
Tra i 4 post veri e propri, invece, due risultano pubblicati dal fondatore e CEO John Matze; uno dalla scrittrice e blogger – nonché Chief Policy Officer di Parler – Amy Peikoff e uno dal politico conservatore Dan Bongino.
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In uno dei due post, il fondatore John Matze riporta una notizia lanciata da Fox News, la quale annuncia il ritorno “completo” online di Parler entro la fine del mese. Egli scrive: “Il nostro ritorno è inevitabile a causa del duro lavoro e della tenacia contro ogni difficoltà. Nonostante le minacce, nessuno dei dipendenti Parler ha lasciato (il proprio incarico, n.d.r.). Stiamo diventando più vicini e più forti come squadra“.
Degno di nota è anche il messaggio di Dan Bongino, visibile nell’immagine sottostante: “Non smetteremo MAI di combattere. MAI. Questa lotta è più grande di me, ed è più grande di Parler. Se gli è permesso di zittirci, possono zittire chiunque. Ora basta. Per favore, rimani con noi in questa lotta per la libertà e la verità“.
Insomma, Parler è deciso più che mai a tornare operativo, anche se Apple e Google continuano imperterrite a sbarrargli la strada: il social network rimarrà infatti bandito da App Store e Play Store. La conclusione che – finora – emerge sembra quindi essere soltanto una: il caso Parler è appena iniziato.
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