Google ha rimosso dal Play Store, nelle scorse, ore l’app del quotidiano il manifesto, senza alcun preavviso. Ecco cos’è accaduto
L’editoria odierna, com’è lecito aspettarsi, vive di una doppia natura. Da un lato quella cartacea, la classica presenza in edicola per chi preferisce adottare il supporto tradizionale; dall’altro però il supporto digitale, tramite la fruizione di quotidiani, magazine e riviste in generale esclusivamente utilizzando smartphone, tablet o PC.
Proprio nei dispositivi mobili, come gli smartphone, esistono peraltro le corrispettive app di ogni quotidiano o rivista che sia, per poter leggere direttamente i contenuti all’interno di questa tramite un abbonamento alla relativa rivista. In queste ore, però, un noto quotidiano italiano, il manifesto, si è visto rimuovere l’applicazione dedicata dal Play Store di Google senza alcun preavviso.
Come riportato sul portale stesso del quotidiano il manifesto, Google ha rimosso l’applicazione poche ore prima dell’avvio della campagna di abbonamenti, senza alcun preavviso e presentando all’editore una schermata riassuntiva del motivo della rimozione.
In buona sostanza, Google ha chiesto alla redazione del manifesto di provare che essi rappresentano una testata giornalistica. Una richiesta alquanto bizzarra, dato che Il Manifesto presenta sia nell’app sia nel sito la gerenza, presentante i nomi del direttore responsabile, editoriale, caporedattori, indirizzo della redazione e così via. Ha richiesto inoltre di provare il rispetto della privacy, la fornitura di contenuti a pagamento, e altre informazioni di questo tipo.
Per provare tutto ciò, Google ha chiesto al quotidiano di fornire un abbonamento omaggio per poter verificare a tutti gli effetti il contenuto delle edizioni digitali. Dal canto suo, la redazione ha svolto tutte le procedure richieste dal colosso di Mountain View, compresa una verifica da un ente di valutazione dei contenuti, denominato IARC, che il quotidiano afferma di non aver mai sentito prima d’ora.
Resta il fatto che, dopo le svariate procedure seguite dal manifesto, Google ha reintrodotto l’app nel Play Store e la redazione si è augurata che si sia trattato di un errore umano, o di un incaglio nelle procedure che ha portato a questa maldestra sparizione immotivata.
Il sospetto della rivista è che si sia trattato di un errore di traduzione del footer: Google infatti ha inviato uno screenshot della homepage del manifesto, con una traduzione dell’ultima riga “© 2021 the new coop publisher” anziché “© 2021 il nuovo manifesto cooperativa editrice”. Stando a quanto riportato dalla redazione, sembra proprio che questo sia l’unico “documento” attestante la colpevolezza del sito.
il manifesto è un quotidiano d’indirizzo comunista ed è attivo nel panorama editoriale italiano dal 1971; nonostante l’orientamento politico esplicitamente chiarito nel titolo, il giornale non è organo di alcun partito e svolge soltanto l’attività di quotidiano generalista.
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L’app del manifesto è attiva e presente negli store digitali da molti anni: proprio per questo motivo, si è portati a pensare che la vicenda di Google e della rimozione dal Play Store siano state soltanto un grosso errore, magari di traduzione come suggerito dal team editoriale.
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