Kaspersky lancia l’allarme sulle nuove minacce informatiche che potranno colpire le reti sanitarie nel 2021, anno delle vaccinazioni per il Covid-19
Il furto di informazioni su vaccini e medicinali sarà una delle principali attività dei cyber criminali nel 2021. Parola di Kaspersky, l’azienda russa leader mondiale nella cybersecurity per aziende e privati, che, nei giorni conclusivi del 2020, ha rilasciato un report sulle minacce che potranno colpire le reti sanitarie e il panorama medico durante l’anno appena iniziato.
Oggi stiamo assistendo alla somministrazione dei primi vaccini per il Covid-19, ma prima che essi iniziassero la lunga catena di validazione internazionale, i criminali informatici avevano già tentato di prendere d’assalto i database e i server delle case farmaceutiche. L’agenzia Ansa riporta che la “strategia” messa in atto e che ha suscitato più scalpore agli occhi di Kaspersky è stata la cosiddetta campagna WellMess che, secondo le agenzie di intelligence occidentali, era nata con lo scopo di rubare informazioni sulle cure in Canada, Regno Unito e in altri paesi.
Secondo l’azienda di cybersecurity, nel 2021, simili campagne aumenteranno velocemente, in proporzione al crescere delle entità pronte a rilasciare nuove cure. “Serve intensificare non solo la difesa contro il virus, dal punto di vista sanitario, ma anche quella a supporto delle reti che detengono le informazioni sui vaccini” spiega Kaspersky.
Ma c’è dell’altro: i cyberattacchi verranno utilizzati come pretesto di aggancio a questioni geopolitiche. L’Ansa scrive infatti che “l’attribuzione di operazioni che comportano gravi conseguenze o che mirano alle più recenti scoperte in ambito medico sarà sicuramente citata come argomento nelle controversie diplomatiche“.
Secondo Kaspersky, le nazioni caratterizzate da un’assistenza sanitaria pubblica molto forte saranno in grado di fronteggiare maggiormente il furto di dati sensibili dei pazienti. “Se si tiene in considerazione che lo scorso anno avevamo previsto l’aumento dell’interesse dei cybercriminali per i dati sanitari degli utenti, è ancora più importante che le istituzioni sanitarie dedichino, fin da subito, le proprie energie alla protezione delle loro infrastrutture cloud” evidenziano gli esperti del gruppo.
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Il motivo principale che porta alla sottrazione di informazioni cliniche è la possibilità per i criminali informatici di realizzare campagne personalizzate, col fine di ingannare – con deduzioni apparentemente fondate e convincenti – chi ogni giorno naviga nel web. Questo particolare contesto porta quindi con sé la speranza di una più profonda e costante collaborazione tra il segmento della cybersecurity e il settore sanitario: “Le esperienze passate dimostrano la necessità per le organizzazioni di prestare maggiore attenzione alla sicurezza delle loro infrastrutture, importanti quanto la salute dei propri pazienti“.