Secondo quanto emerso da una ricerca condotta a livello mondiale da Kaspersky sul fenomeno del gaming nel 2020, il 26% dei gamer italiani si vergogna del tempo trascorso a giocare e si nasconde dai propri genitori. Ecco perché
Kaspersky, l’azienda russa leader mondiale nella cybersecurity per aziende e privati, ha presentato pochi giorni fa alcuni dati raccolti durante una ricerca volta ad analizzare il fenomeno del gaming nel 2020. I dati della ricerca sono stati presentati in occasione dell’evento online “Mum’s Got Game” – dichiara l’azienda con un comunicato -, un evento avvenuto in collaborazione con tre mamme gamer molto famose in Inghilterra, le quali hanno raccontato la loro esperienza.
L’indagine, in realtà, è stata condotta da Savanta, un’agenzia indipendente di ricerche di mercato, commissionata da Kaspersky. Essa ha coinvolto oltre 5.000 persone in 17 paesi diversi e ha analizzato – come detto poc’anzi – il fenomeno del gaming nel 2020. Nello specifico è stato esaminato come siano cambiate le dinamiche nel rapporto tra gli appassionati di videogiochi e i loro genitori, e in che modo sia possibile abbattere le barriere e i pregiudizi nei confronti di questo passatempo, sempre più comune col passare del tempo. Soprattutto dopo un anno come quello corrente, condizionato dalla pandemia di Covid-19 e che ha quindi costretto grandi e piccoli a rimanere chiusi in casa.
Kaspersky evidenzia come, secondo i gamer italiani intervistati, il senso di colpa e di vergogna nei confronti dei propri genitori associato al gaming sia riconducibile a vecchi stereotipi, come quelli che identificano i videogiochi come “un male per la salute” (32%) o “deleteri per il cervello” (29%). Seguono poi gli stereotipi che vedono i videogiochi come “troppo violenti” (19%) e “con troppo bullismo all’interno” (14%). Il restante 6% degli intervistati ha invece dichiarato “altri motivi”.
Al contrario invece, secondo quanto emerso, gli aspetti positivi apprezzati dai genitori sul gaming sono la creatività (42%), l’abilità a relazionarsi con gli altri (24%) e il problem solving (20%). Nonostante ciò i genitori non si dimostrano interessati a comprendere meglio le dinamiche del gaming e a creare con i propri figli un legame basato sulla condivisione di questa passione. Ed è un peccato, perché praticamente la metà degli intervistati (il 49%) ritiene che se i loro genitori “imparassero a giocare”, il rapporto che intercorre tra loro sarebbe complessivamente migliore.
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Andrew Winton, Vice President of Marketing di Kaspersky, ha dichiarato: “Quest’anno i videogiochi hanno rappresentato un grande sostegno per molti. Attraverso questa passione in tanti hanno trovato conforto e nuovi amici in un periodo così difficile. Tuttavia, molte famiglie hanno un’opinione negativa nei confronti dei videogiochi poiché ritengono possano ostacolare il tentativo di avere un dialogo aperto e di solidificare le relazioni. Ci auguriamo che le testimonianze presentate durante il panel (l’evento Mum’s Got Game, n.d.r.) aiutino i genitori ad avere una conversazione più costruttiva e positiva con i loro figli“.