Entro il giugno 2022, con lo switch off al digitale terrestre DVB-T2 oltre 30 milioni di apparecchi televisivi risulteranno obsoleti. E il mercato non può reggere l’urto
Si avvicina sempre di più lo switch off al nuovo digitale terrestre DVB-T2, in programma a partire dal 2021, che, come prevedibile, porterà ad una mole massiccia di sostituzioni di apparecchi televisivi ormai “obsoleti”. Lo scorso anno, secondo i dati di Auditel, si contavano 30 milioni di TV e decoder da sostituire, perché non in grado di agganciare le nuove frequenze. Ma non è finita qui, perché secondo la Confindustria, ben 9 milioni di questi apparecchi non sono adeguati nemmeno per la prima transazione che porterà allo switch off all’HD, ad inizio 2021.
Essendo veramente eccezionale la quantità di TV non più adatte, può il mercato della vendita di televisori riuscire a “fornire” un numero così elevato di pezzi? Innanzitutto va evidenziato che negli ultimi due anni si è assistito ad un netto rallentamento della costanza di vendita di nuove TV in Italia. Si è passati infatti da circa 200.000 pezzi al mese a meno di 90.000. Per questo, il mercato si è adattato e ha ridotto i suoi numeri: ad oggi, secondo Fabrizio Marazzi di GFK il mercato dei televisori in Italia viaggia su un numero di circa 4 milioni di pezzi all’anno. Considerando i 30 milioni di apparecchi obsoleti (un numero 7 volte superiore), il mercato – sebbene avrà un’importante occasione per rialzarsi – non potrà reggere l’urto.
Uno degli scenari possibili è quello di dover rinunciare a possedere nelle proprie case più TV “funzionanti” per qualche anno. La cosa spaventa non solo gli utenti e i venditori, ma anche anche i broadcaster stessi: Alberto Bruno, Head of Business Strategy di Mediaset afferma infatti che, secondo le rilevazioni di Auditel, “il 45% degli ascolti è generato dalle seconde e terze TV”. Il mancato aggiornamento del “parco TV” significherà quindi perdita degli spettatori e, di conseguenza, minori introiti pubblicitari.
Come riporta il sito DDay.it, finora, la campagna di comunicazione da parte del governo non è stata molto efficace e non si è tradotta nello sperato ricorso al Bonus TV da parte dei consumatori per la sostituzione del proprio televisore non compatibile con le trasmissioni MPEG-4 o DVB-T2 o nell’acquisto di un nuovo decoder. Ad agosto 2020, i dati ufficiali evidenziavano un totale di 168.000 contributi erogati (di cui soli 19.000 per decoder), equivalenti a poco più di 8 milioni di euro sui 151 milioni stanziati.
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