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Denunciare online i reati informatici mette in pericolo i nostri dati personali

Il paradosso di denunciare un reato sapendo di inciampare in un possibile rischio di violazione di privacy. La nuova assurda novità.

Polizia Postale – MeteoWeek.cm

l paradosso del sito della Polizia postale: è lo stesso browser ad avvisare gli utenti con l’allarme di “connessione insicura”.

Denunciare online i reati informatici, tramite il modulo presso il sito della Polizia Postale, è pericoloso. Mettiamo a rischio la privacy dei nostri dati e delle denunce stesse. Ci avvisa lo stesso browser (“connessione insicura”) e molti esperti hanno notato il problema, segnalandolo alla Polizia.

I problemi sono di due tipi: privacy e di sicurezza informatica.

Lo confermano alle maggiori testate italiane gli avvocati esperti di questi temi Antonino Polimeni e Gianluca Vaciago, di due diversi studi legali.

Il succo della questione è che un sito della Polizia usato per denunciare i reati informatici a sua volta può facilitare queste violazioni.

In particolare, l’informativa privacy non è più a norma da ben due anni, quindi il sito della Polizia postale non sta rispettando la legge (come modificata dal regolamento europeo Gdpr), un paradosso italiano che fa alzare gli occhi al cielo.

Il modulo utilizza vecchi sistemi di crittografia (Tls 1.0) da tempo considerati insicuri e così – come ci avvisa lo stesso browser (Chrome ad esempio) – tutto quello che ci digitiamo può essere intercettato con relativa facilità dai criminali.

Cosa comporta questa violazione di privacy

Truffe online – MeteoWeek.com

Per via di quell’avviso di sicurezza il browser pone un muro di protezione tra l’utente e il sito, che solo navigatori esperti riescono a superare. Il sito nega quindi il diritto di denuncia immediata via web, fondamentale per i reati informatici, ancor più in questo periodo“, spiega Polimeni.

In questi mesi, in cui si è tutti più collegati a causa del lockdown e dello smartworking, i reati cyber sono al boom, come segnalato dalla stessa Polizia Postale.

Il secondo problema è relativo alla privacy: le informazioni trasmesse dall’utente verso il server della polizia potrebbero essere prelevate da terzi” dice Polimeni. “Gravissimo: tra l’altro tramite quel sito vengono denunciati reati commessi presumibilmente da esperti di informatica: il cane che si morde la coda“.

Conferma Vaciago: “Il sito usa protocolli vecchi, non più sicuri, facilmente bucabili. Ma io quando scrivo una denuncia do informazioni estremamente sensibili. Dove abito, quali sono le mie misure di sicurezze, quali sono le mie vulnerabilità. Dichiaro inoltre i miei asset (ossia cosa possiedo e qual è il mio patrimonio). Tutte queste informazioni possono essere rubate e quindi utilizzate da cybercriminali“.


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Un grosso aiuto ai criminali direttamente dalla Polizia Postale.

Nel caso di una denuncia, un eventuale furto di dati non solo espone il denunciante a un pericolo reale (ritorsioni), ma comporta un databreach di una gravità inconcepibile, poiché in teoria potrebbero andare perse le denunce dei cittadini“, aggiunge Polimeni.

Ci sono anche rilievi normativi importanti. “C’è l’obbligo per tutte le PA di avere sistemi con standard di sicurezza adeguati alla tutela dei dati che si stanno trattando“, dice Polimeni. “Sembrerebbe che l’ente non abbia mai effettuato l’adeguamento al regolamento europeo in vigore dal 2018. L’informativa privacy che viene proposta all’utente, è relativa alla normativa del 2003, oggi abrogata quantomeno parzialmente. Anzi, a dire il vero non viene nemmeno data una informativa a norma della precedente normativa. È un disastro sotto l’aspetto della tutela dei dati personali, sia sotto l’aspetto sostanziale che sotto l’aspetto relativo agli obblighi di informazione all’utente. Inoltre il sito è obsoleto anche sotto l’aspetto tecnologico“.

La Polizia Postale fa sapere alla stampa di essere al corrente dei problemi e fornirà a breve alcune delucidazioni sulla questione.

Alessandra Costagliola

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Alessandra Costagliola

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