A prima vista potrà sembrare una bufala, invece è tutto vero: il 15 dicembre esce Outrage, videogioco per il leggendario Commodore 64. Con un’odissea durata trent’anni, è il più “lungo” della storia per quanto riguarda le tempistiche di sviluppo.
Al di là di tutti gli avvenimenti che hanno reso questo 2020 un anno funesto e da dimenticare, ci sarà sempre qualche motivo particolare per ricordarlo. Soprattutto se si considera l’ambito tecnologico: il 2020 è infatti stato l’anno del 5G, dell’intelligenza artificiale, dell’auto a pilota automatico; ma anche dello smart working e della didattica a distanza. Ora concentriamoci invece sul mondo dei videogames. Quest’anno verrà infatti ricordato da molti perché ha dato il via alla cosiddetta nona generazione videoludica, con il lancio della PlayStation 5 e delle Xbox Series X e Series S.
Ma molto probabilmente c’è qualcuno che questo 2020 non lo scorderà mai. Quel qualcuno si chiama Bernd Buchegger. Sicuramente il nome non suona familiare, ma la sua è stata davvero una vicenda, o meglio dire odissea, veramente particolare e bizzarra. Si, perché nel 1990 questo ragazzo (ora ormai uomo) giovane e motivato iniziò a sviluppare un videogioco, ed ora, dopo ben trent’anni è stata finalmente fissato il suo release. Outrage – questo il nome del videogame – sarà infatti disponibile dal 15 dicembre 2020, ma non per PlayStation, né tanto meno per Xbox, ma per il Commodore 64, anche se è giocabile su PC.
Per chi non lo sapesse, il Commodore 64 è stato uno dei computer più famosi della storia dell’informatica; di esso sono state prodotte e vendute diverse milioni di unità, in un periodo che va dal 1982 al 1994. E fu proprio la grande popolarità del Commodore 64 che spinse Buchegger ad avviare questo progetto nell’ormai lontano 1990.
Ma da quel momento pare che non ne sia filata una giusta, come racconta lo stesso autore sul sito dedicato al videogame in uscita a breve. Buchegger ha infatti reso nota tutta la travagliata vicenda che ha portato al rilascio del gioco dopo trent’anni, ripercorrendone i momenti salienti.
Egli racconta di aver avviato il progetto ispirandosi a Hawkeye, videogioco sparatutto del 1988. Dopo due anni, nel 1992, la prima versione era pronta. Grazie ad essa, nel 1993 Buchegger poté presentarsi ad un concorso per strappare un contratto con un publisher, BOEDER. Vince e aspetta quindi la chiamata loro chiamata, ma per mesi nessuno si fa vivo. Arriva così il 1994: nel mese di marzo venne annunciata la fine della produzione del C64 e il mese successivo fallì la Commodore International. È a quel punto che Buchegger viene ricontattato, ma per lui è una doccia fredda: BOEDER gli comunica che tutte le attività di pubblicazione per la piattaforma C64 sono state interrotte, in quanto non erano più redditizie per loro.
L’autore, amareggiato, abbandona il progetto fino al 2001, quando riesce ad avviare il gioco con un emulatore C64 su PC, dopo aver convertito il codice sorgente in un formato leggibile appunto da PC più moderni. Nel 2005, dato che la scena del C64 non era affatto morta viene contattato da Protovision, che si dichiara interessata a completare il gioco. Quindi firma un contratto e attende, ma anche in questo caso si scopre che le cose non sono così facili come previsto. Protovision è infatti a corto di risorse; per questo, nel 2010, Buchegger si affida a Psytronik, che assume la guida del progetto. Ma passano altri otto anni, senza progressi significativi: a questo punto Psytronik e Protovision decidono di unirsi e portare avanti insieme il progetto.
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Nel 2019 si giunge quindi alla “messa a punto” finale: vengono corretti molti bug e alla fine escono diverse versioni beta. Quindi, dopo trent’anni, il lieto fine: Outrage è pronto e viene quindi rilasciato. Si è concluso quindi lo sviluppo più lungo della storia per un videogame. Un viaggio lungo, ricco di insidie ma che, oltre al lato curioso e bizzarro, dà un importante insegnamento, ovvero quello di crederci sempre e di non mollare mai, nonostante le difficoltà. È vero, forse Outrage non riscoterà grande successo, ma per Buchegger questa è già una vittoria.
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