Gli sviluppatori Microsoft e Bungie Interactive hanno presentato lo scorso 23 luglio, sotto i riflettori di un pubblico critico e pieno di aspettative, l’ultimo capitolo della saga: Halo Infinite. Titolo che secondo gli sviluppatori sarà in grado di appagare i fan più accaniti, ma anche capace di convogliare i “meno addetti” in un punto d’accesso in grado di far apprezzare una serie di giochi dalla fama ventennale. Il tratto artistico è il classico proposto da Bungie, con tratti sobri e minimalisti che ricordano molto Destiny.
Dopo l’uscita del trailer, che ha fatto parlare parecchio di sé e del gioco, le critiche dei più affezionati alla serie non sono mancate: questo filmato doveva esaltare le sorti di una serie al dì fuori dei suoi anni d’oro, per essere rilanciato al meglio delle sue aspettative, con un motore grafico che potesse esaltarne l’uscita in pari con Xbox Series X.
Questo comincia in “medias res” e presenta subito il gioco come un ampio open world, descritto da 343 industries come “pieno di attività secondarie e segreti da scoprire”. La campagna sarà giocabile in cooperativa fino a 4 giocatori, sia online che in locale, corredato da un sistema di equipaggiamento ibrido , risultato tra la fusione di Halo 3 e Halo Reach, in cui vediamo protagonisti gadget a uso singolo come il dropshield e “armor abilities” come il rampino, entrambi visti nel trailer.
Le armi a disposizione sono molte: fucili mitragliatori a colpo singolo, shotgun a lunga gittata, il ritorno del “Mauler” (questa volta chiamato Mangler), anche la Pistola Spartan è apparsa (essendo a tutti gli effetti l’arma simbolo del multiplayer di Halo 5). Inoltre, le bocche da fuoco a energia, ora possono essere raffreddate manualmente per evitare o rallentare il surriscaldamento.
Abbiamo inoltre notato una maggiore reattività dei nemici sul campo, e lo stesso team di sviluppo conferma il lavoro di fino sull’intelligenza artificiale, con l’obiettivo dell’accrescimento di varietà situazionale in battaglia in modo da mantenere il pubblico in un costante stato di adrenalina.
Importante è anche la scena competitiva di Halo, cambiata profondamente in positivo. Il corretto bilanciamento del multiplayer dovrà essere uno degli obiettivi principali della casa produttrice, attenta a fornire un gameplay di alto livello, capace di un feedback “millimetrico” tra le interazioni dei vari giocatori.
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Un gioco pieno di potenzialità a mio parere ma che potrebbero essere messe in ombra da SlipSpace Engine, il motore grafico scelto per lo sviluppo di questo gioco. Problemi tecnici a parte (che a quanto pare durante la presentazione non sono mancati) lasciano desiderare una modellazione poligonale retrograda, un texturing piatto e, cosa ancor più grave, un sistema di illuminazione molto grezzo rispetto ai risultati che si sarebbero potuti ottenere affiancando la tecnologia di ray racing. Si spera che fino al momento del release ufficiale, gli sviluppatori si concentrino maggiormente a migliorare queste ultime caratteristiche, afflitte da notevoli mancanze se paragonate ai competitors.
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