Come anticipato dal Sole 24 Ore in un articolo che vi riportiamo, il Garante con questa novità si sta così adeguando a quanto previsto dal decreto legge 139 del 2021 che tra le altre cose aveva conquistato proprio i poteri dell’Autorità nei confronti del reato di revenge porn, troppo diffuso da quando ci sono internet e i social (basti pensare ad uno dei primi scandali, il video hard di Pamela Anderson Tommy Lee), fissando anche le nuove soglie anagrafiche da non sorpassare. Una delle novità principali è rappresentata sicuramente dal fatto che con il nuovo modulo di segnalazioni, il Garante dovrà intervenire per far rimuovere video e foto dal web (senza limiti, lo girerà tutto) e dai social su cui sono stati diffusi senza il consenso della vittima.
Al momento esiste anche un altro modulo scaricabile da questo sito, che però permette all’Authority di intervenire solo nel caso in cui i contenuti intimi diffusi sui social come Facebook e Instagram, con cui nel 2021 se ricordate bene, sono stati stretti accordi per arginare il reato di revenge porn, introdotto all’interno del Codice penale nel luglio del 2019 con il nome di Codice Rosso.
Cosa si rischia : multe salatissime
Come si legge all’articolo 613-ter: «Chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5.000 a euro 15.000». Il comma due dello stesso articolo evidenzia poi che «la stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video di cui al primo comma, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento». Se vi siete persi ve lo riassumiamo: siete penalmente punibili anche se semplicemente inoltrate il contenuto, perchè lo fate circolare.