A lanciare l’allarme sulla presenza in rete di questo terribile malware sono stati gli esperti di cybersicurezza della AhLab ASEC
Una delle caratteristiche che accomunano la maggior parte dei dispositivi che utilizziamo è la loro capacità di memorizzare le credenziali di accesso ai nostri account. E’ una funzionalità che aggira facilmente il vincolo di ricordarsi ogni singola password o ID, o dell’avere sottomano un blocco appunti che le tenga insieme.
Forse siamo diventati tutti un po’ pigri, tuttavia questa modalità di gestione è un meccanismo fondamentale che fa comodo a moltissimi utenti, diventando un elemento sostanziale nell’utilizzo dei devices. Ma cosa succede se il sistema che gestisce questo importante tassello viene aggredito da una pericolosa minaccia?
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L’ultima truffa che gira in rete si chiama RedLine, ed è un malware capace di agire direttamente sui database SQLite dei browser basati su Chromium, accedendo poi a tutte le nostre credenziali.
Come RedLine si appropria dei nostri preziosi dati rendendo gli account vulnerabili
Il malware si sta diffondendo a macchia di leopardo. Complice il fatto che è stato messo in vendita dai creatori a soli 200$ e riesce a colpire le malcapitate vittime in maniera chirurgica.
Il suo veicolo è un apparentemente innocuo file Excell contenente dei dati e scaricabile attraverso un download da Google Drive. Dopo aver effettuato questa incauta operazione saremo quindi sotto attacco. Qui il concetto di cybersicurezza è quanto mai fondamentale. Se infatti fossimo tra quel gruppo più accorto di utenti che crede nelle capacità di un buon antivirus, potremo considerarci fortunati, e scamperemmo il pericolo.
Dotarsi di questo sistema di intercettazione delle minacce previene la maggior parte dei rischi presenti in rete e ci tutela in prima battuta da incappare in errori che ci potrebbero costare molto cari. Che vi affidiate ad un intramontabile Norton, oppure ad un solido McAfee, per citare i più blasonati, piuttosto che ad un Panda o ad un Avast, la parola d’ordine è sorvegliare e prevenire. Accedere a questi strumenti ha un costo, ma sicuramente ci ripagherà in più occasioni aver deciso di investire in questo strumento.
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Tuttavia un buon antivirus non basta. Quando si parla di sicurezza informatica, la prima valutazione da fare è la nostra capacità di comprendere i potenziali rischi nei quali potremmo andare incontro aprendo i nostri apparecchi al sistema di condivisione dati in rete. L’uso delle nostre competenze informatiche infatti fa la differenza nella maggior parte dei casi. Pertanto, è sempre una buona regola quella di non aprire allegati, o non cliccare su link che ci arrivano da mittenti misteriosi e sconosciuti, per quanto siano allettanti le proposte presenti in corollario agli stessi.